“Rischia un anno senza coppe tra ‘24-25 e il ‘25-26. Se il “buco” supera i 60 milioni, l’esclusione si allunga al ‘26-27.”
Sono giorni importanti e concitati a Torino ma anche a Nyon che guarda agli sviluppi della Juventus con estremo interesse.
L’Europa della Juve rischia di allontanarsi sempre di più, anche perché la società era convinta che il filone delle plusvalenze fosse quello meno grave fra tutti i fronti in cui la società è impegnata.
La Gazzetta ipotizza le possibili sanzioni ordinate da Ceferin, “non per spirito di vendetta”, ma “neanche sconti” ad una società che deve dimostrare di aver agito nel rispetto delle regole.
“Antisportività. La sentenza ha sorpreso anche l’Uefa ed è un serio ostacolo sulla strada delle coppe ’23-24. La Juve ha tutto per recuperare il -15 e prendere un posto per l’Europa. Scontata la pena, se i conti fossero a posto, avrebbe diritto alla licenza Uefa. Ma Nyon può sbarrare lo stesso la strada per una “condotta antisportiva” che emergerebbe dalle intercettazioni e avrebbe ispirato la stangata ai giudici“.
La Uefa ha quindi una bella responsabilità sul groppone:
“La Juve ha patteggiato con l’Uefa in cambio di una multa 3,5 milioni più limiti a rosa e mercato. Se non rientra nei parametri entro tre anni, la multa diventa di 23 milioni e rischia un anno senza coppe tra ‘24-25 e il ‘25-26. Se il “buco” supera i 60 milioni, la potenziale esclusione dalle coppe si allunga al ‘26-27.”
La Juventus potrebbe non giocare in Europa, nelle peggiori delle ipotesi, per tre anni. Non per forza consecutivi.
“Oltre al -15 per le plusvalenze, un altro “meno” per gli stipendi renderebbe problematica la risalita in zona coppe. E gli anni fuori possono anche essere più di uno perché, oltre a quello perso sul campo, l’eventuale squalifica Uefa scatterebbe solo quando la Juve si qualifica.”
A ciò si aggiunga il caos Superlega. Tutto dipende dai nuovi dirigenti. La Juventus potrebbe subire le stesse sanzioni delle “pentite”, Inter e Milan in Italia. Nyon spera nella volontà di Ferrero e Scanavino di riavvicinarsi alla Uefa come figliol prodigo.