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Le parole di Insigne mi hanno intenerito, cerca di autoconvincersi di aver fatto la scelta giusta

Quasi volesse dimostrare, o addirittura convincere se stesso, che l’operazione Canada per lui non si è ridotta al solo maxi-ingaggio

Le parole di Insigne mi hanno intenerito, cerca di autoconvincersi di aver fatto la scelta giusta

Lorenzo Insigne in Italia per le feste natalizie ha dichiarato tra l’altro “Toronto è una città uguale a tutte le altre grandi metropoli del mondo. Ha uno standard di istruzione così elevato che è molto importante per me e soprattutto per i miei figli. Darà loro unapertura mentale per il futuro. Toronto è ricca di cultura, io e mia moglie siamo felici di essere qui  c’è una comunità italiana molto forte alla quale sentiamo di appartenere”.  E ancora: “Mi piace molto portare la mia famiglia fuori dopo le partite e magari godermi i festeggiamenti assieme ai tifosi. A Napoli ovviamente non potevo farlo. Posso andare a prendere i miei bimbi a scuola, vivere la loro giornata e guardarli fare sport. Anche il mio cane Ciro è molto felice, posso fare una passeggiata con lui”.

Sui social qui e lì ironia e sbeffeggiamenti per Lorenzo Insigne. Osa addirittura parlare di cultura l’uomo della “presta libertà”.  Ma come si permette! A me non hanno fatto questo effetto le dichiarazioni di Insigne. Intanto non ho alcun dubbio che in Canada la pressione dei tifosi non sia così invadente come qui da noi. Dove è difficile, quando non impossibile, per un calciatore avere diritto ad una vita privata. E mi sembra comprensibile che Insigne viva il clima mutato come una liberazione. Probabilmente ogni tanto però la morsa affettiva gli mancherà. E la sensazione di acquisita libertà si tramuterà in nostalgia. Così come l’entusiasmo paterno per un sistema di istruzione molto efficiente è comprensibile. (Che poi Toronto sia “ più ricca di cultura di Napoli” è ovviamente un azzardo non condivisibile.)

Più in generale devo confessare che le dichiarazioni di Insigne mi hanno intenerito. Perché lette in controluce vi appare il tentativo di accreditare il fatto che Napoli non gli manchi. Cancellando una incancellabile saudade. Quasi volesse dimostrare, o addirittura convincere se stesso, che l’operazione Canada per lui non si è ridotta al solo maxi-ingaggio. Ma non è assolutamente così. Ciò traspare chiaramente. Quasi mi sembra di ascoltare da lontano l’urlo fantozziano “…una vita così è una cagata pazzesca.” E ciò mi ha provocato un impeto di grande simpatia verso il nostro vecchio capitano.

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