Alla Gazzetta: «Prima della partita col Napoli la Juve aveva vinto con tutti 1-0 all’ultimo minuto… Un tipo di culo che non può durare tutta la vita».

La Gazzetta dello Sport intervista Giovanni Minoli, conduttore di Mixer – Vent’anni di televisione, su Rai 3. E’ tifosissimo della Juventus.
«Quando ho saputo dei 15 punti non mi sono nemmeno sorpreso troppo, ho pensato a un’occasione di rinascita. La Juve nelle difficoltà dà storicamente il meglio. E poi credo che il calcio sia andato troppo oltre, ora si sta riassestando su nuove logiche. Se verrà confermato il -15 saremo costretti a ripartire dai giovani, con un allenatore da un milione di euro e non da 7. Ma non è una cosa così negativa: sarà un bel bagno di umiltà e rigenerazione».
Minoli attribuisce l’inizio della fine all’addio di Marotta alla Juventus.
«Ho letto cose brutte, brutte, brutte. È una vergogna tale… Del resto era tutto scritto nelle stelle con la partenza di Marotta: se n’è andato perché aveva già capito come sarebbe andata a finire. Sono diventate persone discutibili, con risultati zero. A che cosa è servito Ronaldo alla Juve? Il suo arrivo ha segnato la fine della squadra, è stato ucciso persino Dybala che adesso sta facendo il fenomeno nella Roma. Una scelta assurda».
Perché è stata fatta? Minoli:
«Per vanità fuori controllo. È stata una decisione che ha avuto effetti collaterali pesanti, lo vediamo chiaramente in queste ore. Chi ha voluto Ronaldo ha assassinato la Juventus».
Sul gioco della Juve, anzi, sul non gioco della squadra di Allegri:
«C’è una Juve che non c’è, non ha gioco. Spero che la pesante sconfitta con il Napoli serva di lezione, perché se uno
guarda alle vittorie precedenti erano tutti 1-0 all’ultimo minuto… Un tipo di culo che non può durare tutta la vita. Contro i ragazzi di Spalletti si è vista bene la differenza tra una squadra che ha un gioco e una che non ce l’ha».
Colpa di Allegri, dei giocatori?
«È complesso, è un discorso che riguarda tutti. Il caso stipendi/plusvalenze si riflette dappertutto e psicologicamente era una batosta anche prima della penalizzazione. Credo che la metà dei giocatori di oggi vorrebbero non essere alla Juve, cosa mai accaduta prima. In passato, anche quando siamo andati in B, i calciatori avevano il desiderio di vestire questa maglia».
Lo scudetto lo vince il Napoli? Minoli:
«Ma sì, speriamo. È una squadra che mi fa un’enorme simpatia e penso che farebbe bene al calcio: un campionato in cui vincono sempre le stesse squadre è un campionato che non c’è».
Negli anni di Mixer ha intervistato tanti sportivi, da Rossi a Falcao. Il più interessante?
«Gianni Agnelli. Era un analista di calcio di alto livello. Mi raccontò di aver chiamato Boniperti per parlargli di un giocatore: “Boniperti, mi hanno segnalato un giovane che sembra eccezionale, dagli un’occhiata. Si chiama Maradona”. E Boniperti: “Con quel nome che sembra una bestemmia, se fosse qualcuno lo saprei”… Beh, Maradona alla Juve non sarebbe stato male».