Esordio letterario per Emma De Franciscis. Dagli anfratti della memoria di una ragazzina emerge la saga dei baroni De Sanctis
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Un romanzo come oramai non si usa più per innamorarvi della narrativa, quella che fa rima con magia e felicità? “L’uomo che attraversò tre secoli” (pagg. 272, euro 15; Libreria editrice “Dante&Descartes”), esordio letterario della scrittrice partenopea Emma de Franciscis, è quello che fa per voi.
Dagli anfratti della memoria di una ragazzina – Nina – emerge la saga dei Baroni De Sanctis che attraverso un loro rampollo Costanzo – nonnissimo della io narrante – rivivono nello splendore di Torre del Lago, paesino dell’Abruzzo tra la Maiella ed il lago, dove hanno origine la loro schiatta e le loro fortune. Albenice che amava la sua famiglia e la teneva unita tramite le sue preghiere in Cappella; Arturo, il più preveggente della stirpe che sapeva prevedere il tempo atmosferico ma anche le conquiste che avrebbe portato al progresso nello Stato italiano.
Tutta questa striscia generazionale ha in Costì – bisnonno della bambina Nina nata alla fine degli anni 70 del Novecento – il suo punto di sutura e di unione: che tra il Rione Pigna romano e Torre del Lago terrà insieme nove generazioni unite assieme da tre secoli con poche regole scrupolosamente seguite e con il dono dell’altruismo.
La De Franciscis racconta tutto questo con il gioco dei background che mentre cambiano l’io narrante e si naviga nei secoli diluiti della famiglia de Sanctis non distoglie l’attenzione del lettore – anch’esso felice -, né lo confonde. Merito anche di una lingua veloce e precisa – pur nella sua classicità – che ha il profumo della modernità innervata su una base colta e popolare.
Un’altra scoperta – la scrittrice de Franciscis – di Don Raimondo Di Maio, forse l’ultimo librario-editore partenopeo, che sa fiutare i venti dell’autentica narrazione come il Barone Arturo della narrazione.