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“Mantovani ha offerto Vialli e Mancini per Maradona”, radiomercato degli anni Ottanta

A Napoli quella Sampdoria venne a prendersi lo scudetto vincendo 4-1. Di quel giorno conservo il suo polsino e i suoi scarpini

“Mantovani ha offerto Vialli e Mancini per Maradona”,  radiomercato degli anni Ottanta
1983 archivio Storico Image Sport / Cremonese / Gianluca Vialli / foto Aic/Image Sport

Quel pomeriggio a via Scarlatti… Estate 1989, esterno pomeriggio, via Scarlatti non era pedonale c’era il Bar Daniele, c’era Upim e c’erano i commercianti storici.

Struscio pomeridiano, brusio, capannelli come quelli di una volta. Pensionati, amici, insomma il Vomero.

“Nientedimeno che Mantovani ha offerto Vialli e Mancini per Maradona”. Diego già mordeva il freno, avviluppato in un amore che era diventata galera affettiva, “forte” dell’accordo verbale con Ferlaino. Era appena terminata la stagione con la vittoria della coppa Uefa.

In pieno calciomercato rimbalzavano voci incontrollabili. Sembrava dovesse arrivare anche Michel del Real. Sarebbe stato un Napoli rivoluzionato. Non c’erano insider, c’erano poche radio e la notizia passava di bocca in bocca, in attesa dei titoloni sui giornali del giorno dopo.

L’idea di avere il futuro del calcio italiano non dispiaceva. Quel futuro che vidi passarmi davanti il giorno di Napoli Sampdoria 1-4. Il passaggio del testimone tra due squadre che riuscirono a spezzare il dominio di Juve e Milan.

Di quel pomeriggio, vissuto a brodo campo, ho conservato per alcuni anni il polsino (marca Asics) di cui calzava anche gli scarpini, di Gianluca Vialli. Regalatemi a fine partita. Uno dei suoi tanti vezzi, che lo hanno sempre caratterizzato nella sua carriera calcistica.

È stato uno dei simboli del calcio italiano al tramonto degli anni Ottanta, fino al trasferimento al Chelsea. Controversa la sua permanenza alla Juve. Ma da uomo pratico cresciuto nell’opulenta Cremona ha saputo indirizzare al meglio la propria carriera.

Di lui, più di tutto, rimarrà l’abbraccio di Wembley con l’amico Roberto dopo la vittoria dell’Europeo. Li si chiudeva un cerchio tondo ventinove anni, il destino li risarciva della finale persa su quel campo contro il Barcellona nella Coppa Campioni del 1992.

Buon viaggio Lucavialli.

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