A L’Equipe: «Il Marocco non deve accontentarsi di un ottavo di finale, siamo una grande squadra, dovevo far passare questo concetto»

L’Equipe intervista l’allenatore del Marocco, Walid Regragui, dopo la storica impresa ai Mondiali in Qatar del 2022. Il Marocco è stato eliminato in semifinale dalla Francia.
«Nell’intervallo ho detto ai miei giocatori che era la peggior squadra dall’inizio degli ottavi. Attenzione, parlo di quella partita, ovviamente, non della Francia in generale, che è una grande squadra! Ecco perché c’era questo rimpianto alla fine, ma non sono ingenuo da considerarla scarsa».
Che cosa ha detto ai suoi giocatori prima del Mondiale?
«Volevo passare il girone. Non avrei mai accettato questa sfida senza questa ambizione. Ne ero convinto. Quando vedi la squadra tipo, Hakimi al PSG, Ziyech al Chelsea, Bounou al Siviglia, (Noussair) Mazraoui al Bayern, (Nayef) Aguerd al West Ham, Saïss al Wolverhampton prima di andare al Besiktas, (Sofyan) Amrabat alla Fiorentina… Ho detto loro: “Abbiamo una squadra che può battere chiunque”. L’obiettivo era convincerli di questo».
Sulla vittoria contro il Portogallo ai quarti di finale:
«Per i giovani, è stato straordinario giocare contro Ronaldo. Nello spogliatoio volevano la sua maglia, volevano consolarlo. È stato bellissimo.
La tua squadra è stata limitata dagli infortuni.
Fin dall’inizio, (Selim) Amallah stava giocando con una piccola distorsione al ginocchio, Hakimi stava iniziando ad avere problemi, Mazraoui si è infortunato alle costole nella prima partita prima di prendere l’influenza come Aguerd».
Rivela Regragui che solo il Brasile avrebbe potuto battere il Marocco:
«Ho detto loro che solo il Brasile poteva batterci, per solleticarli un po’. E quando il Brasile è stato eliminato, ho detto:” La squadra che potrebbe batterci è fuori, potete stare tranquilli” (Ride)».
Qual è il futuro del Marocco oggi?
«L’obiettivo è vincere la Coppa d’Africa in Costa d’Avorio (gennaio-febbraio 2024). Dobbiamo fissare obiettivi alti. Eravamo una squadra che si è accontentata troppo in fretta di un ottavo di finale».
È per questo che hai spiegato che non saresti rimasto se non avessi raggiunto le semifinali?
«Abbiamo bisogno di risultati. Vengo per vincere, altrimenti lascio il posto ad un altro, devo dare l’esempio. E il prossimo allenatore saprà che ci sono obiettivi alti. Dobbiamo portare il DNA del vincitore in questa selezione».