“Ha creato plusvalenze fittizie che le hanno consentito di acquistare giocatori mentre altri club hanno venduto calciatori da 20 gol per ripianare i conti”

Anche la Gazzetta, come Libero, spiega la sentenza che ha portato a 15 punti di penalizzazione. Ecco cosa scrive il quotidiano sportivo.
Stando all’udienza e alla sentenza di venerdì, possiamo dire che di fatto la Juventus non è stata condannata per le plusvalenze.
Nel momento in cui ha chiesto le sanzioni, il procuratore ha distinto in maniera netta la posizione della Juve da quella delle altre. Per queste ultime ha mantenuto le sanzioni del primo procedimento (multe e inibizioni ai dirigenti, poi la Corte le ha assolte), ma per i bianconeri il discorso è stato diverso: «È rispondente al nuovo materiale probatorio acquisito dalla Procura di Torino effettuare una valutazione in termini di maggiore gravità delle condotte contestate e dunque aumentare le richieste sanzionatorie. Le nuove prove evidenziano la particolare gravità dal punto di vista sportivo delle condotte tenute che hanno impattato su più campionati professionistici di Serie A falsificandoli». La Juve, secondo il procuratore, muovendosi all’interno di un «sistema» artificioso, avrebbe avuto vantaggi economici importanti: «Nelle stagioni al vaglio il club aveva perdite molto significative, ma invece di mettere le mani in tasca, ripianarle e quindi non fare mercato, ha creato plusvalenze fittizie che le hanno permesso di mettere soldi veri sul mercato e acquistare giocatori che ha poi schierato, falsando la competizione sportiva a danno di altre società che hanno ripianato veramente e che non hanno fatto mercato ma magari hanno venduto i gioielli di famiglia. Ci sono club che hanno dovuto cedere calciatori da 20 gol a campionato e l’anno successivo in classifica hanno pagato dazio».