Sul Giornale. La rottura con l’Italia. Le fughe con Alba Parietti a Italia 90. A Euro96 disse: «Farò il tifo per l’Inghilterra anche se dovesse giocare con l’Italia»
Franco Ordine sul Giornale squarcia, almeno per quel che riguarda la Nazionale, l’incomprensibile velo di omertà calato sul passato di Vialli, come se ci fosse qualcosa da nascondere. Il suo rapporto con la Nazionale fu a dir poco controverso, come ricorda il cronista di lunga data e che alcuni di quegli episodi li visse in prima persona.
C’è stato invece un azzurro color tenebra per Gianluca Vialli, nato sotto il segno del bomber di razza e finito al centro di un dissidio scoperto e clamoroso con il ct dell’epoca, Arrigo Sacchi oltre che mezza nazionale e una rottura senza precedenti.
Rottura che oggi Sacchi incredibilmente nega.
Aggiunge Ordine che
Del rapporto tormentato con il club Italia, Vialli non ha mai fatto mistero né rinnegato una sola parola.
Ricorda, giustamente, una delle delusioni più grandi di Vialli: Italia 90.
Il «suo» mondiale, quello italiano del 1990, si trasformò in un autentico supplizio. Vialli debuttò senza incantare con l’Austria ma presto venne soppiantato dalla sagoma di Totò Schillaci e dal talento dell’astro nascente Roberto Baggio. Qualche fuga notturna dal ritiro di Marino – poi confessata pubblicamente da Alba Parietti – e un fastidioso acciacco gli resero il mondiale della consacrazione internazionale amarissimo. Lo rivedemmo, senza riconoscerlo, a Napoli, semifinale con l’Argentina, persa ai rigori, epilogo amaro di quell’avventura.
E poi la rottura con Sacchi.
Tra qualche alto (gol del 3 a 2 sull’Olanda a Eindhoven) e molti bassi, chiuse molto presto la sua carriera azzurra con un gol a Malta datato dicembre ’92. La spiegazione è nota: i rapporti tempestosi con Sacchi e il suo vice Ancelotti. «Ho detto loro che non condivido i metodi di allenamento» confessò Gianluca pubblicamente. E quando più tardi, prima dell’europeo in Inghilterra (1996), Arrigo lo convinse a tornare in Nazionale, fu Vialli a decretare lo strappo definitivo. «Ho deciso di lasciare la Nazionale» dettò nel settembre del ’95. Era caduto il veto del club Italia nato per qualche intervista piena di veleno ma non certo l’orgoglio ferito dell’interessato.
«È stato il mondiale dei crampi e delle lacrime» sintetizzò Gianluca dopo la finalissima di Pasadena, estate 1994, svanita ai rigori con gli errori di Baggio e le lacrime amare di Franco Baresi. Da quelle parole e dai rapporti turbolenti tra Samp e Milan decollò la rottura definitiva conclamata da un altro famoso pronostico. «Farò il tifo per l’Inghilterra anche se dovesse giocare con l’Italia» promise prima dell’europeo del ’96.