Al CorSport: «L’ammissione dei dirigenti della Juve che quelle operazioni non erano corrette supera la mancanza dell’oggettività delle plusvalenze»

A parlare è l’avvocato Sica, esperto di diritto sportivo, intervistato dal Corriere dello Sport sulla solidità della sanzione inflitta alla Juve e delle motivazioni ad essa collegate.
Sica, che è stato anche componente della Corte d’Appello, dichiara addirittura che la Corte ha inflitta una sanzione che poteva anche essere più dura: «Alla luce di tutto questo, non è stata affatto una sanzione monstre».
L’avvocato ribadisce il perché di un nuovo processo per un’accusa su cui la Juve (e non solo) era già stata assolta:
«La Corte precisa che la revocazione nel giudizio sportivo è sempre possibile di fronte a fatti ed elementi nuovi. È come se avesse adottato un nuovo giudizio, e penso che il tema procedurale si stato brillantemente superato».
E ancora:
«La mancanza di un indice oggettivo per definire una plusvalenza “fittizia” è sostituito dall’ammissione stessa da parte dei dirigenti della Juve che quelle operazioni non erano corrette. Juve quindi condannata per avere creato un sistema. E, a questo punto, l’illecito amministrativo, cioè l’art. 31 del codice di giustizia sportiva, diventa un discorso più marginale rispetto alla violazione grave e ripetuto dell’art. 4.1 (Lealtà, probità e correttezza)».
Lo scenario che si prefigura per la Juve sul ricordo al Coni non è, quindi, positivo secondo l’avvocato Sica:
«Non è giudice di merito, può solo giudicare se è stato applicato correttamente il diritto. A me sembra che il tema vero, in terzo grado, sia quello dell’ammissibilità della revocazione, ma il riferimento che fa la Corte alla giurisprudenza precedente mi induce a dire che la sentenza è ben motivata ed è destinata a resistere».