Liberi grazie ad una sentenza della Cassazione del 2015. Uno di loro aveva con sé un coltello da 20 centimetri: «mi serve per il mio lavoro»
“Alla fine tornano tutti a casa“. “Non bastano nemmeno le prove schiaccianti“. Lo scrive Il Messaggero, commentando la scarcerazione di tutti e tre gli ultras romanisti arrestati per gli scontri con i napoletani sull’autostrada A1. Solo per uno di loro, Martino Di Tosto, che negli scontri è stato accoltellato, è stato imposto obbligo di dimora e firma. Gli altri due, arrestati in flagranza differita, sono fuori per dei cavilli.
“a “salvare” i due ultras giallorossi, arrestati in flagranza differita lunedì a Roma, è una sentenza della Cassazione del 2015 che si riferiva a un tifoso biancoceleste. Un cavillo, non bastano nemmeno le prove schiaccianti, che ha convinto il giudice della Capitale a non convalidare l’arresto di Filippo Lombardi, ultrà romanista già fermato a Liverpool e poi assolto nel 2018 per il tentato omicidio di Sean Cox, ma condannato a tre anni per i disordini e ancora sottoposto a Daspo, ed Emiliano Bigi, l’altro giallorosso arrestato in flagranza differita, anche lui noto alla
questura, visto che era stato colpito da Daspo nel 2008″.
La sentenza di Cassazione del 2015 è servita, agli avvocati della difesa, a sostenere che mancassero i presupposti dell’arresto in differita, ossia «quello dell’urgenza e quello dell’impossibilità di effettuarlo sul posto».
Oggi, a Napoli, si terrà la convalida del quarto arrestato, ultrà napoletano, appunto.
Ora sarà la procura di Arezzo a verificare la posizione dei quattro ultras e di altri tifosi che potrebbero essere identificati dalle Digos di Roma e Napoli nelle prossime ore.
Nella richiesta di carcere del pm Antonino Di Maio, a proposito di Emiliano Bigi e Filippo Lombardi si legge che «previo accordo tra loro, senza giustificato motivo, portavano fuori dalle loro abitazioni oggetti atti ad offendere ed in particolare fumogeni, petardi bottiglie, razzi, bengala, fuochi artificiali, petardi, bastoni e mazze che lanciavano e utilizzavano in modo da creare pericolo alle persone».
Lombardi ha anche violato il Daspo emesso nei suoi confronti nel 2019 e in vigore fino al 2025: avrebbe dovuto presentarsi alla polizia in occasione delle partite della Roma.
Gli stessi agenti della Digos al seguito della trasferta dei romanisti lo avevano riconosciuto.
«Brandendo un’asta in prossimità del guardrail colpiva ripetutamente un tifoso napoletano e veniva poi inviato ad allontanarsi dai suoi sodali che lo chiamavano per nome: Filippo, Filippo».
Durante gli scontri di domenica, scrive il Messaggero, Bigi aveva il volto parzialmente coperto: è stato riconosciuto visionando le immagini delle telecamere, che la polizia ha comparato con quelle presenti nei suoi archivi.
Oltre ai telefoni, gli agenti gli hanno sequestrato un coltello a serramanico da 20 centimetri, che il tifoso aveva con sé al momento dell’arresto. Il trentanovenne lavora per una società che fornisce servizi termoidraulica alla pubblica amministrazione. «Quel coltello mi serve per il mio lavoro», ha detto in udienza durante una dichiarazione spontanea, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere”.