Ancora un’uscita a vuoto del ministro dello Sport. L’Italia è quel mondo alla rovescia dove i magistrati finiscono sul banco degli imputati e la politica si occupa della giustizia

Abodi segnala Santoriello a Nordio. A che titolo si occupa della sua presunta incompatibilità? (Il Fatto)
Sul Fatto Quotidiano, Lorenzo Vendemiale scrive del caso Santoriello, uno dei tre pm di Torino che cura l’inchiesta “Prisma” sui conti della Juve che in un video risalente al 2019 rispuntato ieri sui social dichiara di tifare Napoli e di odiare la Juve. Un video che è diventato, per i tifosi della Juventus, una prova del complotto anti-bianconeri, ma che in realtà è un momento di una discussione più ampia in cui Santoriello spiegava perché avesse archiviato l’accusa di falso in bilancio a carico proprio della Juventus. Insomma, è un video tagliato e cucito che, scrive Vendemiale, in realtà “non proverebbe nulla, anzi, semmai l’imparzialità del pubblico ministero”.
“L’Italia è quel mondo alla rovescia dove i colpevoli diventano vittime, i magistrati finiscono sul banco degli imputati e la politica si occupa della giustizia. C’è un’inchiesta con oltre 14 mila pagine di intercettazioni e documenti, che ha già portato a una condanna in sede sportiva (-15 punti in classifica), in attesa dell’udienza preliminare per quella ordinaria. C’è un pm che 4 anni fa ha fatto una battuta sulla sua fede calcistica, e ora questa viene utilizzata come prova dell’esistenza di chissà quale congiura”.
Vendemiale punta il dito soprattutto sul ministro dello Sport, Andrea Abodi, che ci è cascato e ha annunciato sui social che segnalerà il caso a chi di dovere.
«Ho visto, ascoltato e segnalato, nel rispetto dei ruoli, per le opportune verifiche e valutazioni. Per ora penso sia corretto che mi fermi qui».
Vendemiale scrive:
“La domanda che sorge spontanea è che cosa, a chi e perché. La risposta, a quanto risulta al Fatto, è che una segnalazione informale Abodi l’abbia fatta al Guardasigilli Nordio in persona, con cui si conosce, e tra l’altro si è incontrato ieri sera (ma era in programma da tempo) per una proiezione a Rebibbia”.
E continua:
“a che titolo un ministro dello Sport dovrebbe occuparsi di una presunta incompatibilità, inopportunità (?) di un pm della Procura di Torino? Probabilmente Abodi non intendeva farlo, lui stesso ha sottolineato l’importanza del “rispetto dei ruoli””.
Quella di Abodi è un'”uscita a vuoto”. Tra l’altro non è nemmeno la prima.
“Prima della sentenza aveva detto che nello “sport si può morire e rinascere”, allusione involontariamente colpevolista che ha fatto infuriare i tifosi bianconeri. Poi, dopo il verdetto, ha precisato che c’era “l’esigenza di spiegare”(servono a quello le motivazioni, bisognava solo attendere). Infine ha sottolineato che “certe cose non si fanno da soli”, solleticando la tesi del così fan tutti. Una dichiarazione dietro l’altra che, comunque vada al Collegio di garanzia, lasceranno in una parte o nell’altra il sospetto che la politica si sia mossa per graziare o condannare la Juventus. Come se ce ne fosse bisogno”.