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Calmi col Napoli e la Champions, è l’equivalente di un quadruplo axel

Il Napoli si è conquistato il diritto di entrare in una dimensione sconosciuta ma da qui a parlare di favoriti ce ne corre. Anche se Kim, Kvara e Osimhen sembrano i gemelloni di Colpo secco

Calmi col Napoli e la Champions, è l’equivalente di un quadruplo axel
SAN JOSE, CALIFORNIA - JANUARY 29: Ilia Malinin skates during the Men's Free Skate competition on day four of the 2023 TOYOTA U.S. Figure Skating Championships at SAP Center on January 29, 2023 in San Jose, California. Malinin won the gold medal. Ezra Shaw/Getty Images/AFP (Photo by EZRA SHAW / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Le insidie dell’autolesionismo sono sempre dietro l’angolo. Soprattutto in ambienti ad alto tasso di dispersione d’energia, quale è Napoli. Che ha la capacità di infervorarsi per questioni inutili, come ad esempio la domanda di Marocchi all’allenatore del Sassuolo. E così, in attesa che Spalletti allenti la sua passione per i titolarissimi e dopo aver battuto le mani per il gesto anti-scaramantico di indossare contro la Cremonese la stessa maglia dell’eliminazione in Coppa Italia, si sta facendo strada un’insidia costruita in laboratorio: la vittoria della Champions League. A leggere e ad ascoltare in giro (lo stesso De Laurentiis) sembra che il Napoli sia una delle squadre favorite per la vittoria finale.

A noi francamente sembra un’esagerazione. E non per il valore in sé della squadra. Il Napoli è forte, ha calciatori che ormai hanno acquisito un valore importante, a tre cifre: lo sono sia Osimhen sia Kvaratskhelia. Sta dominando la Serie A. Ha una rosa profonda con panchinari che sarebbero titolari in qualsiasi altra squadra del campionato italiano, come ad esempio Simeone e Raspadori.

Va però ricordato che vincere la Champions League non è una barzelletta. Il Manchester City, tanto per dirne una, non ci è mai riuscito. E a ogni fallimento – ma quelli di Guardiola chissà perché non sono mai definiti tali – il tecnico catalano si appella alla mancanza di esperienza storica del club. Secondo Guardiola non aver mai giocato la finale del principale torneo europeo si riverbera sul dna di calciatori che molto probabilmente nulla sanno dell’albo d’oro della competizione. Poco importa se hai De Bruyne, Foden, Grealish, quando non hai esperienza finisce che a Madrid al novantesimo prendi due gol in due minuti e vai a casa. Nemmeno il Psg ha mai alzato la coppa dalle grandi orecchie. Nonostante i tantissimi soldi spesi. Una volta ha giocato la finale che peraltro è stata vinta più o meno agevolmente dal Bayern Monaco.

La Champions League è una manifestazione usurante. Assorbe tantissime energie. La tensione è altissima e bisogna giocare tutte le partite a mille, sapendo che alla minima distrazione si viene puniti. Anche dall’Eintracht Francoforte formazione discretamente forte e che non va in alcun modo sottovalutata (ma su questo ci sentiamo tranquilli).

Ci colpisce che una squadra spernacchiata ad agosto, adesso possa sentirsi sulle spalle la responsabilità di conquistare un trofeo che – tanto per dirne una – indusse la Juventus di Andrea Agnelli a imboccare la strada che li ha portati al disastro economico-finanziario oltre che in un’aula di giustizia. Il Napoli è certamente l’outsider che tutti vorrebbero evitare. Ma deve conservare il ruolo di outsider. Deve affrontare la manifestazione con leggerezza mentale. Come un premio che si sono conquistati col calcio scintillante che ha ridotto a sparring partner i vicecampioni d’Europa del Liverpool.

A differenza degli anni scorsi, il Napoli è una squadra solidissima dal punto di vista mentale. Questi calciatori non sanno neanche che cosa sia la paura del foglio bianco. Noi veniamo da anni di Dnipro-Napoli, di Napoli-Fiorentina, di Napoli-Chievo. L’elenco è lunghissimo. Ogni volta che si alzava la tensione, la squadra si afflosciava. Questo Napoli è l’esatto contrario. Al Napoli piace il fuoco, non ha mai paura di scottarsi. Anche Napoli-Cremonese è stata una partita molto pericolosa, disinnescata con maestria. Ma giocare su due fronti, con la stessa concentrazione, è da grandissima squadra. È un livello mentale che non ha mai retto una corazzata come il Manchester City, figuriamoci il Napoli che nell’Europa che conta non ha mai avuto un ruolo di primo piano.

Sarà dura per Spalletti, dovrà essere abile a tenere la squadra in equilibrio tra tensione e leggerezza. Forse lo abbiamo già ricordato, Kvara Osimhen e Kim ci ricordano i tre gemelloni di “Colpo secco” vecchio film sull’hockey su ghiaccio con Paul Newman. Loro entrano in campo e giocano (picchiano meno dei gemelloni), sembrano non risentire di pressioni. Ma non va dimenticato che il Napoli sta per entrare in una dimensione a noi sconosciuta. L’ingresso in questa dimensione – giocarsi campionato e Champions – se lo sono conquistato sul campo. Ma stiamo parlando di un quadruplo axel un salto che nel pattinaggio su ghiaccio è riuscito per la prima volta nella storia pochi mesi fa al 17enne americano Ilia Malinin. Scoglio su cui in passato si è arenato persino lo straordinario fuoriclasse giapponese Yuzuru Hanyu due volte oro olimpico. Ecco, la Champions per il Napoli è l’equivalente del quadruplo axel. Possibile ma un’impresa che fin qui in competizioni ufficiali non era riuscita a nessun atleta.

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