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Egonu: «L’Italia è un Paese razzista, non vuol dire che tutti sono razzisti»

La pallavolista stasera a Sanremo: «A Salvini non rispondo. Un ritorno in Nazionale? Sto metabolizzando, ma se c’è la possibilità sì». E torna sulla frase sull’avere un figlio

Egonu: «L’Italia è un Paese razzista, non vuol dire che tutti sono razzisti»
Db Monza 09/03/2022 - CEV Champions League / Vero Volley Monza-Antonio Carraro Imoco Conegliano / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Paola Egonu

Paola Egonu: «L’Italia è un Paese razzista? Sì, però questo non vuol dire che tutti sono razzisti, o tutti cattivi o ignoranti. L’Italia è un Paese razzista, ma sta migliorando. Non voglio sembrare polemica o fare la parte della vittima ma semplicemente dire come stanno le cose. Nel mio monologo mi racconto, quindi ci sarà una parte dedicata a questo».

Parole di Paola Egonu che sarà ospite della terza serata del Festival di Sanremo.

Decide di non rispondere a Salvini che ha detto:

«Paola Egonu (co-conduttrice stasera, ndr) è una grande sportiva ma spero non venga a fare una tirata sull’Italia paese razzista. Gli italiani hanno tanti difetti ma non sono razzisti. Mi auguro che non si sentano colpevolizzati da chi usa la tv pubblica per fare la morale».

«Non c’è bisogno di una risposta e tutti sappiamo perché. Nel monologo mi racconto, quindi ci sarà anche una parte dedicata al razzismo. L’ho scritto io facendomi aiutare. Ho voluto dire chi sono a 360 gradi, senza prendere spunti da episodi particolari. Un ritorno in Nazionale? Sto metabolizzando, ma se c’è la possibilità sì. Non ho mai abbandonato l’Italia, ho scelto di giocare in Turchia per crescere e tornare qui».

A proposito della frase rilasciata a Vanity Fair: “mettere al mondo un figlio di colore vuol dire condannarlo all’infelicità”, ha detto:

«Non ho mai pronunciato quelle parole. Mi riferivo a un episodio precedente alla pandemia, quando io e mia sorella parlavamo con preoccupazione di quanto stava accadendo negli Usa e del movimento Black Lives Matter. Ci siamo dette “caspita, potrebbe capitare a mio fratello o mio figlio”. Ma non credo che fare un figlio di colore sia condannarlo all’infelicità, anche perché io sono felice, anzi molto felice, quella frase era un’esagerazione».

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