A Sette: «Aiutava tutti. Diceva che quando uno che non ha soldi poi li fa devono far star bene lui e quelli intorno. Che non devi comprarti la barca ma la serenità».
Sette, settimanale del Corriere della Sera, intervista Francesca Neri. Ha preso parte al documentario “Buon compleanno Massimo”, per i 70 anni che Massimo Troisi avrebbe compiuto tra due giorni.
«Con lui è arrivato un uragano. Ma un uragano tranquillo, mite, simpatico, che si insinua nella tua vita e non puoi più farne a meno».
La Neri continua:
«Abbiamo fatto un pezzetto di strada insieme molto importante ed intenso. Poi è difficile crescere nei rapporti. Il
rimpianto? Certo che ce l’ho. Ma credo che quel che mi ha dato, che ci siamo dati, sia talmente importante… Se la sua vita fosse continuata ci saremmo ritrovati».
Confessa di non aver mai avuto il coraggio di guardare Il postino.
«Non ho mai avuto il coraggio di vedere Il postino. Sapevo che lo stava girando e che stava male. Finché un giorno mi chiamarono: era successo. E andai quell’ultima volta a casa della sorella, a Casalpalocco, dove era morto. Era da un po’ che non lo vedevo e lo vidi così. Però era come se lo avessi messo in conto».
Ancora su Troisi:
«La cosa veramente bella di Massimo era che se anche non diceva nulla, diceva. Con gli occhi, la mimica, era giudicante suo malgrado».
Troisi, racconta, era fissato su una cosa: voleva essere sexy.
«Voleva essere sexy. Alle scene di baci che avevamo teneva tantissimo: “Mi devi insegnare a essere sexy” diceva. Secondo me era già sexyssimo, un bellissimo uomo. Eppure ci teneva molto a non piacere solo come comico, “Voglio essere Banderas” diceva».
Quando si conobbero avevano 11 anni di differenza, Francesca Neri non era d’accordo con la sua idea dei rapporti uomo-donna:
«C’era un’aspettativa diversa in me. Lui diceva che una donna per un uomo è troppo e che un uomo per una donna non basta. Insisteva: “Pensa se avessi un uomo che ti risolve tutti i problemi e un altro con cui ti diverti”. Allora no, oggi penso avesse ragione. Andando avanti nella vita capisci che stare con una persona è inevitabile ma non è la cosa più naturale del mondo: non è scontato, è un lavoro. Credeva nell’amore ma non nei rapporti uomo-donna».
La Neri racconta:
«Ha chiuso con persone con le quali dava per scontato ci fosse un’amicizia profonda. Se lo deludevi era finita. Con i compagni della Smorfia è andata così: nel film nostro il ruolo di Angelo Orlando era di Lello Arena ma c’era stata un’incomprensione economica. E allora basta».
Sui soldi era netto, Troisi:
«A lui era andata molto bene ma aiutava tutti. Diceva che quando uno che non ha soldi poi li fa devono servire a far star bene lui e quelli intorno. Che non devi comprarti la barca ma la serenità».