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Gli ultras Lazio: «Nessuna solidarietà e nessun rispetto verso i romanisti»

Il comunicato: «Total indifferenza nei confronti di una tifoseria che da sempre insulta i morti e che negli anni si è macchiata di striscioni infamanti»

Gli ultras Lazio: «Nessuna solidarietà e nessun rispetto verso i romanisti»
Lazio's supporters cheers at the end of the Italian Serie A football match SS Lazio vs Juventus FC. (Hermann)

Gli ultras della Lazio prendono le distanze, con un comunicato ufficiale, dal furto degli striscioni degli ultras romanisti ad opera degli hoollingans della Stella Rossa gemellati con quelli napoletani. Gli ultras biancocelesti dichiarano di non averci avuto nulla a che fare e di non voler avere alcun tipo di rapporto con i tifosi della Roma, per i quali non esiste rispetto. Di seguito il comunicato:

Viste le solite invenzioni dei giornali e dei social specifichiamo subito che NESSUNO di noi ha mostrato vicinanza ai tifosi giallorossi. Se qualcuno lo ha fatto privatamente, per noi non è Laziale. Stesso discorso per chi ha condannato il gesto con comunicati. Da parte nostra, totale indifferenza nei confronti di una tifoseria che da sempre insulta i morti e la memoria di Vincenzo Paparelli e che negli anni si è macchiata di striscioni infamanti.
Ricordiamo a tutti che l’azione in questione è stata compiuta a Piazza Mancini, luogo di ritrovo degli ultrà romanisti e non a 100km dallo stadio. A noi interessa soltanto quello che accade in casa nostra. Questa onta storica subita non è roba che ci riguarda. SEMPRE A TESTA ALTA. ULTRAS LAZIO”.

Oggi il Corriere dello Sport scriveva che i Fedayn della Roma hanno incontrato, domenica, gli ultras della Lazio, per concordare un piano di azione per vendicare l’attentato.

Domenica notte i Fedayn hanno incontrato gli ultras della Lazio nella propria sede al quartiere Quadraro. Durante il summit, potrebbe essere stato concordato un piano d’azione (nonostante la rivalità cittadina) per vendicare l’attentato. Secondo i romanisti, la responsabilità dei napoletani sarebbe quella di aver aiutato i serbi nella logistica, indicando tempi e modalità dell’attacco. Versione che i tifosi azzurri hanno smentito nei primi interrogatori della Digos, dichiarandosi estranei ai fatti.  

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