Continua la polemica sugli atleti russi e bielorussi alle Olimpiadi. Il presidente del Cio: «Nessun atleta dovrebbe essere bandito per il passaporto»

Si alzano i toni della polemica sul reintegro degli atleti russi alle Olimpiadi di Parigi del prossimo anno. Il Cio risponde alle critiche di Zelensky.
Il Cio sta escogitando qualsiasi escamotage per permettere agli atleti russi e bielorussi di partecipare ai Giochi, secondo i principi che vogliono lo sport un mezzo per unificare e non per dividere.
Mentre il fronte contrario al Cio composto da Repubblica Ceca, Islanda, Norvegia, Svezia, Polonia e capeggiato proprio dal presidente dell‘Ucraina, Zelensky fa muro. Il presidente nei giorni scorsi ha accusato il Cio di essere un “promotore della guerra” in Ucraina e ha continuato dichiarando che la presenza degli atleti in questione sarebbe un “segno di violenza e impunità”:
«Questo non può essere coperto da una presunta neutralità o da una bandiera bianca. Perché la Russia ormai è un Paese che macchia tutto di sangue, anche la bandiera bianca. (…) Il Comitato Olimpico Internazionale ha bisogno di onestà. Un’onestà che purtroppo ha perso».
Le Monde si occupa ancora una volta della polemica e riporta le parole di Thomas Bach:
«Non spetta ai governi decidere. Nessun atleta dovrebbe essere bandito dal concorrenza sulla sola base del loro passaporto. Ho parlato con molti sportivi ucraini in questi mesi, e molti di loro ci sostengono, perché sanno fino a che punto condividiamo le loro sofferenze e gli sforzi che stiamo facendo per aiutarli».
Il presidente del Cio ha continuando citando un relatore del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite: «ci ha detto che l’esclusione di atleti russi o bielorussi solo a causa del loro passaporto è una violazione dei loro diritti».
In Francia le opinioni non sono univoche. C’è chi come Fourcade, membro del Cio e della Commissioni degli atleti di Parigi 2024, sembra essere favorevole:
«Come rappresentante degli atleti e come atleta, penso che dovremmo pensare a un ritorno degli atleti russi e bielorussi alle competizioni sportive».
E chi come la sindaca di Parigi, Hidalgo, la pensa in modo diverso. Scrive le Monde:
“Pochi giorni dopo aver difeso il principio dello striscione neutrale per non ‘privare gli atleti della loro competizione’, il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha fatto marcia indietro. La socialista, che giovedì era in visita nella capitale ucraina, alla fine si è detta contraria alla loro partecipazione finché la guerra continuerà.“