L’arbitro ha contribuito a rovinare il pomeriggio di festa della capolista. La felicità è di casa a Napoli, altrove la rivalità fa rima con odio.

Ieri, allo stadio Picco, in occasione di Spezia-Napoli, si sono sentiti i soliti cori razzisti. Stavolta non solo contro Napoli e Luciano Spalletti, ma anche contro Maradona. La Gazzetta dello Sport, ieri, scriveva:
“Che ci fosse rivalità becera e antica fra spezzini e napoletani purtroppo è storia (nello scorso maggio ci furono gravi scontri fra ultrà nell’ultima di campionato, con la partita anche sospesa per diversi minuti) ed è da condannare ogni violenza, senza entrare in giochi faziosi. Che ci fossero cori ostili diventa consequenziale, anche se inaccettabile perché razzisti. E ripetuti.”
Oggi sul tema torna Il Giornale, in un articolo a firma di Angelo Rossi. Nel commentare la partita del Picco, scrive anche dell’episodio che ha visto coinvolto Victor Osimhen nel prepartita, quando, durante il riscaldamento, ha colpito una tifosa dello Spezia che era in Curva e si è arrampicato sugli spalti per andare a scusarsi. Poi parla di Di Bello e dei cori razzisti ascoltati ieri.
“Il suo gol più bello è stato però un gesto di rara sensibilità: nel prepartita ha scavalcato il settore dei tifosi spezzini, consolando una signora colpita involontariamente da una sua pallonata. Applausi che poi la vergogna ultrà ligure ha trasformato in beceri offese contro Maradona e Spalletti soltanto perché il Napoli stava alzando un altro mattoncino verso il sogno. Lucianone è andato oltre la solita multa che arriverà dalla Lega: «Io qui sono di casa in estate, certe cose vengano a dirmele in faccia»”.
Rossi tira in ballo l’arbitro Di Bello, che non ha fermato la partita nonostante avesse sentito bene tutto.
“Inspiegabile il comportamento dell’arbitro Di Bello, che pur ascoltando non ha fermato la partita contribuendo a rovinare il pomeriggio di festa della capolista. La felicità è di casa a Napoli, altrove la rivalità fa rima con odio”.