Cronache marziane: l’evento più seguito del pianeta è stato deciso da un “fallo” dubbio. Ma l’autore ha ammesso candidamente: “Era fallo”. Pensate in Italia che sarebbe successo…
A James Pallotta la Serie A non ha fatto benissimo. L’ex Presidente della Roma è tornato negli Stati Uniti portandosi dietro qualche insana abitudine italiana, tipo: le proteste arbitrali. E così quando stanotte i “suoi” Philadelphia Eagles hanno perso il Superbowl contro i Kansas City Chiefs per 38 a 35, a causa di una “punizione” fischiata a meno di 2 minuti dalla fine è scoppiato sui social: “Quest’arbitro non dovrebbe più arbitrare partite di questo livello”, ha scritto.
Non è stato il solo, ovviamente. Perché i tifosi degli Eagles hanno protestato sui social quando l’arbitro Carl Cheffers ha punito James Bradberry per una trattenuta su JuJu Smith-Schuster.
HUGE HOLDING CALL pic.twitter.com/rvWkQmG5yV
— Arye Pulli (@AryePulliTSP) February 13, 2023
Ma la nota, per noi sportivi italiani, è la naturalezza con la quale la polemica in Usa s’è ridotta a sbuffo. I protagonisti stessi avrebbero potuto montare un casino senza precedenti: in fondo si era sul 35 pari della finale del campionato, l’evento sportivo più seguito al mondo. Mancavano 2 minuti.
Il cornerback James Bradberry, a caldo, negli spogliatoi (negli Usa i giornalisti hanno accesso agli spogliatoi) ha semplicemente detto che la chiamata era corretta: “Gli ho tirato la maglia. Speravo che me la facessero passare”.
E invece no. Con buona pace di Pallotta.