L’intervista esclusiva a Olé: “Quando ho rivisto in video la parata del Dibu su Kolo Muani ho sofferto, in campo non m’ero reso conto di che aveva fatto”

“Vedevo la Coppa lì. Era così vicina, la mia reazione veniva da dentro: avvicinarmi a lei, toccarla, baciarla. Dopo tanto tempo in Nazionale, dai Mondiali precedenti, esserci stato così vicino anche nel 2014, averla vista lì passare così vicina senza riuscire a fare quello che ho fatto alla fine. Dietro a questo c’è stato tanto sacrificio, tanta sconfitta, tanti momenti difficili, che ho dovuto affrontare”. Lionel Messi parla, parla tanto, in un’intervista che lo stesso quotidiano Olè definisce “intima”.
Racconta degli attimi finali in campo, dice che parlava con Dio e con Maradona e con la nonna, alzando gli occhi al cielo. (“Per favore, metti dentro sto rigore Cachete, finiamola qui”).
Messi dice che la squadra aveva una “fiducia barbarica” e che “anche il colpo con l’Arabia Saudita “ci ha fatto bene, perché avevamo un eccesso di fiducia, ci ha reso più vigili e ci ha fatto capire cosa ci stavamo giocando, che un Mondiale non è così semplice come sembra”.
La parata del Dibu su Kolo Muani, quella decisiva, Messi ne parla così: “la verità è che è stato tutto così veloce che in quel momento non l’ho vissuta come realmente è stata. Ho sofferto di più dopo aver visto i video che in quel momento, è stato un movimento così veloce che è venuto fuori dal nulla, da un colpo di palla, un pettine… non lo so… E beh, così veloce che non ho avuto il tempo di subirlo. Più tardi, quando lo vedi, ti rendi conto di quella mossa”.
“È stato incredibile, l’intera Coppa del Mondo è stata incredibile oltre il personale. Come l’ho vissuta, come mi sono divertito. Nella zona mista ho sempre detto che la vivevo diversamente, che mi divertivo molto di più come mi è successo in Copa América. Ero molto rilassato, molto calmo, molto fiducioso. Personalmente mi sentivo molto bene e niente, che ne so, le cose succedevano praticamente senza volerlo. Eravamo così bravi che le cose venivano da sole. Doveva essere così, era scritto, che era la fine di un film, che doveva finire con un lieto fine. Una volta ho detto che ero sicuro che Dio mi avrebbe dato una Coppa del Mondo. E non so perché l’ho sentito, ma l’ho sentito molto fortemente. Finire così è fantastico. Se fosse successo prima, sarebbe stato anche fantastico, ovviamente. Ma per me, la mia carriera praticamente finisce con quello, e non credo ci sia un tocco finale migliore di quello”.
“Amo giocare a calcio, amo quello che faccio e finché sto bene e mi sento in forma e continuo a divertirmi, lo farò. Ma sembra molto lontano il prossimo Mondiale”.
Messi dice di essere una persona normale: “Ho sempre cercato di essere normale tra virgolette. Vivere come una persona normale, potermi godere le piccole cose della vita, la mia famiglia, i miei figli. Ho cercato di non fare qualcosa per il gusto di essere conosciuto, per essere riconosciuto. Ho sempre cercato di essere me stesso e di vivere normalmente”.
Cosa gli è rimasto della finale? “Ho tutto, ho tutto. Le scarpe, le magliette, la mantella. A marzo porterò tutto a Barcellona, dove ho le mie cose e i miei ricordi”.
Ha parlato della finale con Mbappé: “Abbiamo parlato della partita, dei festeggiamenti, di come l’aveva vissuta la gente in Argentina nei giorni in cui ero stato in vacanza. E niente, niente di più, ma buono, davvero buono. Con Kylian non ci sono problemi, anzi”.