Il parallelo con la Juve l’hanno fatto all’estero. Guardian e Telegraph chiedono punizioni durissime: “Mettano in conto l’estromissione dalla Premier”

Marca ieri per primo ha tracciato in un titolo il parallelo tra l’inchiesta contro il Manchester City e il caso Juventus. Scandali basati su ancora presunte accuse di aver “corrotto” il normale funzionamento delle competizioni sportive alterando la gestione finanziaria delle società. Solo che noi, in Italia, dopo settimane di stampa arrampicata su chilometri quadrati di specchi, di politici e istituzioni appiattiti sul concetto di “così fan tutti”, fatichiamo a leggere stamattina gli editoriali dei principali quotidiani inglesi sulla vicenda del City. Ci vanno giù durissimo.
Sul Guardian Barney Ronay scrive che “la spada della giustizia non dorme mai; o almeno, è improbabile che quella lama rimanga nel fodero troppo a lungo quando c’è di mezzo denaro, calcio, potere, influenza, denaro e soprattutto denaro”. Ma il caso del City “è grave, una serie di nuove accuse che minacciano, se provate, di minare l’intero edificio del potere dominante del calcio inglese dell’ultimo decennio, e mettono in discussione l’intera base e motivazione del modello di proprietà stato-nazione”.
Il Guardian puntualizza che se la prima volta il City s’era salvato fu solo perché il “perché il Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) ha deciso, con maggioranza di 2 a 1, che alcune pretese dell’Uefa erano prescritte, il che non è esattamente la stessa cosa che averle opportunamente esaminate e respinte”.
“Per dirla francamente, potremmo avere tra le mani un shit-show assoluto”. Insomma… il City è nella merda.
Ma per Ronay la Premier non farà mai retrocedere il City (“ovviamente, non accadrà mai: il City è un contenuto meraviglioso”). Però è anche vero che la Premier “non è altro che la volontà combinata dei suoi membri. L’Uefa potrebbe non avere lo stomaco per una lotta prolungata. Ma la Premier League è il Manchester United, il Liverpool, l’Arsenal e ogni altro club i cui interessi sono diminuiti dal successo sul campo del City”. “Il denaro tende ad aprire la strada”.
E il “così fan tutti?”, dove sta? “I misfatti degli altri non sono un pass gratuito per infrangere le regole”, chiosa Ronay. “L’idea che le regole possano semplicemente essere ignorate se si hanno i mezzi e il potere è moralmente ripugnante”.
“Il calcio ha smesso di essere una favola da tempo. Ma se il City viene ritenuto colpevole di aver modificato i libri su un’intera era di successi calcistici inglesi, avrà praticamente spento quella luce per sempre, infranto non solo le regole ma l’incantesimo, la sensazione che ciò che stai guardando è ancora a un certo livello reale, credibile e diretto”. Vi ricorda qualcosa tutto ciò?
Sulla stessa linea il Telegraph. “Se vengono giudicati colpevoli, allora la punizione deve essere proporzionalmente severa”, scrive senza preamboli Jason Burt.
Il City – ricorda il Telegraph – ha vinto tre campionati durante le nove stagioni in cui è accusato di aver violato i regolamenti finanziari e altri tre durante i cinque anni di presunta mancata collaborazione. Se queste accuse sono provate, tutti quei titoli dovrebbero essere validi? E che dire delle sei Coppe di Lega e delle due Coppe d’Inghilterra?
“I club della Premier League sono in guerra. Fonti del City ritengono che la Premier abbia agito sotto un’enorme pressione da parte di altri club e sottolineano il fatto che nove di loro – Arsenal, Liverpool, Manchester United, Tottenham, Chelsea, Leicester, Wolverhampton, Newcastle e Burnley – hanno scritto alla Corte Arbitrale dello Sport nel marzo 2020 per sostenere che il City dovrebbe essere escluso dall’Europa durante l’esame del suo appello. Successivamente i lupi si sono ritirati”. Un po’ quello che è successo in piccolo, molto più piccolo, in Italia: è cambiata la mappa del potere, non la giustizia sportiva.
Ma questo caso “è il test definitivo per la Premier League per dimostrare quanto sia forte”. “Ci vorranno mesi, forse anche anni. Nel calcio inglese, questo è un fatto è senza precedenti e potenzialmente sismico”.
C’è così tanto da fare qui. Tanto potenziale “che dire” e fare politica – e geo-politica – ma deve essere ridotto ai fatti: se il City è stato colto in fallo, se ha infranto le regole, allora dovrebbe essere punito. E punito severamente. Altri club navigano di bolina sul fair play finanziario e questo servirà loro da monito.
Per il Telegraph “il City deve essere severamente punito in un modo significativo, che influisca sul suo futuro”. L’estromissione dalla Premier? “E’ una cosa che il City potrebbe dover contemplare. Del resto, altri club potrebbero poi sostenere di essere stati danneggiati, e di aver dovuto fare dei tagli a causa del comportamento del City. Se le accuse restano, il City non può lamentarsi”.
Per decenza eviteremo di richiamare alla memoria gli editoriali di molta stampa sportiva italiana all’indomani dello scoppio del caso Juventus.