Sul Messaggero. Dopo il furto della pezza da parte dei tifosi della Stella Rossa il gruppo aveva chiesto solidarietà ma è stato lasciato solo

Lo striscione del gruppo ultras Roma dei Fedayn rubato due settimane fa è comparso sabato nella curva dei tifosi della Stella Rossa di Belgrado. Gli ultras serbi, autori del raid a Piazza Mancini a Roma, lo hanno esposto e bruciato nella propria curva durante la partita di campionato contro il Cukaricki. La storico stendardo dei Fedayn è stato esposto capovolto, come si fa nel mondo ultras per rivendicare il trofeo di guerra, poi è stato bruciato. Intanto, uno striscione “spiegava” il gesto: “Hai scelto gli amici sbagliati”, in riferimento al gemellaggio con i Bad Blue Boys della Dinamo Zagabria. Oggi ne scrive Il Messaggero, paventando scontri all’interno della tifoseria giallorossa già oggi in occasione della partita col Verona.
I Fedayn, infatti, dopo l’umiliazione subita, hanno chiesto solidarietà agli altri gruppi ultras, ma senza ottenerla. Il Messaggero scrive:
“Un gesto simbolico, considerato molto importante nel codice calcistico, che potrebbe costare lo scioglimento del gruppo ultrà. E non solo, perché intorno allo striscione rubato e poi distrutto, si è agitata una guerra interna alla stessa tifoseria giallorossa, dalla quale c’è il rischio che si scateni una vera e propria guerriglia durante la partita di oggi con il Verona. Dopo “l’oltraggio” dei serbi, infatti, i Fedayn hanno chiesto agli altri gruppi di ultrà di manifestare solidarietà durante la partita che si è svolta giovedì scorso a Salisburgo: «Non esibite i vostri striscioni, oppure esibiteli girati o rovesciati», è il messaggio inviato ai compagni di tifo. Ma la richiesta è caduta nel vuoto, totalmente ignorata, e questo ha reso ancora più deboli i Fedayn. Così oggi, la digos e le forze dell’ordine in generale, sono in allarme perché temono le rappresaglie interne. Una guerra tra tifosi dello stesso colore. Ed è per questo che non è escluso un innalzamento dei controlli ai tornelli, soprattutto prima e dopo la partita nelle zone adiacenti all’Olimpico. La “pezza” ha un significato di appartenenza, una sorta di oggetto “sacro” da difendere dagli attacchi nemici. Averla rubata e bruciata è un fatto inedito a danno di un gruppo della Curva Sud. Se a questo si aggiunge la mancanza di solidarietà tra ultrà, il rischio che la tensione aumenti è molto concreto. Non è, comunque, chiaro se il gruppo del Quadraro si presenterà allo stadio e in che modo”.
In merito alla distruzione della “pezza” da parte degli ultras della Stella Rossa, il quotidiano romano aggiunge:
“Ieri, poi, l’epilogo: la “pezza” con la scritta Fedayn è stata bruciata con delle torce da stadio, calpestata e ridotta in cenere. Un gesto che potrebbe segnare la fine di uno dei gruppi storici della Curva Sud e che il 12 marzo avrebbe
compiuto 51 anni. Sugli spalti del Rajko Mitic erano esposte anche bandiere senza asta e capovolte appartenenti al gruppo, come quella con la scritta “Barilla”, un’altra che ricorda i 50 anni del gruppo, una con la scritta 1972 (l’anno di fondazione), una con la lupa capitolina e alcuni stendardi. Mancavano lo striscione “Brigata Roberto Rulli”, esposto in tutte le partite casalinghe sotto il maxischermo in Curva Sud in onore al capo storico e fondatore del gruppo deceduto a 32 anni, e la bandiera che lo raffigura. Entrambi per rispetto non sarebbero stati bruciati. Gli altri, invece, sono veri e proprio trofei di guerra distrutti, un gesto che nel linguaggio ultrà potrebbe segnare un punto di non ritorno”.