A Sky: «La differenza in partite come questa la fa la testa dei calciatori. Il fatto che si siano fatti trovare pronti è importante».
Nel post partita di Spezia-Napoli, ai microfoni di Sky Sport l’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti.
Qual è la differenza di una vittoria come questa rispetto alle altre?
«La differenza in queste partite la fa la testa dei calciatori, la partita inizia la sera prima quando si viene su questi campi, perché il giorno della parta non c’è tempo. Il fatto che si siano fatti trovare pronti anche se all’inizio non siamo stati così fluidi, soprattutto per il modo in cui è stato in campo lo Spezia, è importante».
Abbiamo sentito le sue indicazioni nei 90 minuti, i più rimproverati sono stati Osimhen e Kvara. Spalletti:
«E’ perché abbiamo bisogno della loro qualità, del loro estro, della loro fantasia, quando le partite si appiattiscono sono quelli che possono fare la differenza e aprire le strade per poter entrare. Bisogna trovare la prima punta e giocare di sponda per pulire una palla sulla trequarti per entrare. Il campo era difficilissimo, secco sotto, non era facile trovare il ritmo a cui siamo abituati, quindi a volte bisogna giocare di appoggio su Osimhen, è veramente forte dal punto di vista fisico».
Il Napoli è come poche altre squadre sue, forse assomiglia alla sua prima Roma. Qui c’è una divisione dei compiti, però, divisa per dieci uomini. Come è arrivato a questo? Spalletti:
«Hai fatto un esempio corretto per le differenze dei mostri sacri che hai citato. Qui Lobotka è un calciatore sicuramente forte, che sa prendere per mano la squadra, ma in geometrie corte difficilmente alza e va a giocare lassù, qui si va più nella coralità della squadra, nell’essere disponibili come ha fatto Kvara che ha fatto calciare Osi. Sono qualità di gruppo che questi ragazzi hanno che quando viene meno il campione singolo loro ci arrivano di squadra».
Giocate meglio di chiunque altro in campionato. Se dovessi scegliere una frase per la Champions quale sarebbe? Ci sarà da faticare, ci possiamo divertire o non ci sono limiti per la squadra?
«Ci sono momenti nella vita in cui si raggiungono dei risultati e in quei momenti o ci si accontenta o si prova a raddoppiare. Noi non abbiamo nessun pensiero da fare, nessun dubbio, abbiamo deciso di raddoppiare. Andiamo a giocarci le partite cercando di andare a determinare qualcosa per l’amore dei tifosi, per il popolo che anche oggi forse era a casa a pregare per noi perché ci amano, dobbiamo esserne orgogliosi».
Che effetto le ha fatto rivedersi nelle foto di qualche anno fa a La Spezia?
«Spezia per me rappresenta tanto sia nella storia calcistica che di vita, ho sempre sperato che lo Spezia si ritagli uno spazio importante in Serie A, quando li vedo giocare e vincere sono contento. Qui ho molti amici, voglio bene alla città e alle persone che ci sono, ci sono stato benissimo e ci passo ancora molto tempo. Ho conosciuto qui la mia splendida moglie e ci sono nati due dei miei tre figli, quindi sono felicissimo di aver vissuto qui questa esperienza».