Si teme la vendetta “costi quel che costi”: la pista interna pensa a “uno o più traditori” che hanno fatto la soffiata sugli striscioni agli hooligans serbi

Repubblica scrive che la questione è già andata oltre la semplice faida ultras, “il lavoro della polizia non basterà”. Il furto dei due striscioni e due stendardi ai Fedayn giallorossi, gruppo espressione della borgata del Quadraro fondato nel 1972, “è un oltraggio che va vendicato personalmente”. “Non solo – scrive Repubblica – perché un ultrà è prima di tutto un ribelle degli stadi, allergico alle “guardie” e alle autorità in generale, ma perché quel pezzo di stoffa rossa per gli aderenti al gruppo è “sacro”. “Il furto dello striscione non è più solo una questione di stadio, ma di vita“.
“Le voci che circolano in città sono tante – scrive Repubblica – c’è anche l’ipotesi della pista interna, quella che narra di uno o più traditori. Ma nell’informativa che la polizia ha depositato in procura non c’è nulla di tutto ciò”.
“Al momento c’è una sola verità: a rivendicare l’accaduto sono stati i tifosi della Stella Rossa. L’allerta adesso è massima. Perché gli ultra romanisti devono salvare la faccia, costi quel che costi”.