Ha regalato 50 minuti alla Cremonese spalancandole le porte della semifinale di Coppa. I cambi fatti sono stati un’ammissione di colpa
Sulla Repubblica, Matteo Pinci commenta l’esclusione della Roma dalla Coppa Italia. Le colpe principali sono di José Mourinho, che ha regalato quasi due terzi della partita alla Cremonese lasciando i big in panchina, pensando che bastassero i “bambini”, come li chiama l’allenatore giallorosso. Salvo, poi, tornare sui suoi passi.
“Se a fine stagione José Mourinho dovesse alzarsi da tavola con la pancia vuota, senza coppe, senza il brivido di una finale, quasi certamente il pensiero gli tornerà alla sera del primo febbraio. A quei fischi piovuti sulla sua Roma. A quando ha deciso di regalare 50 minuti alla Cremonese spalancandole la strada per la semifinale di Coppa Italia”.
“La Roma invece deve maledire se stessa: prima Kumbulla ha srotolato sui piedi di Dessers un’autostrada. Poi Rui Patricio lo ha mandato sul dischetto. E a inizio ripresa Celik ha completato il capolavoro deviando in porta un tiretto di Pickel a cui Ibañez aveva assicurato spazio a sufficienza per fare male. Una galleria degli orrori, ma come quella dei luna park, in cui i mostri più che spaventarti ti strappano risate sguaiate. Non è bastato stavolta l’ingresso d’urgenza di Dybala. Non sono serviti quattro cambi all’intervallo e il quinto dieci minuti dopo: somigliavano piuttosto a un’autodenuncia dell’allenatore, come a dire scusate, ho sbagliato, rifacciamo daccapo. Nel suo processo sommario, nella lista di proscrizione dei colpevoli di giornata, oltre ai cinque bocciati in meno di un’ora Mourinho dovrebbe iscrivere al primo posto se stesso. Se la squadra non ha capito l’importanza, la serietà verrebbe da dire, dell’impegno, è anche perché il messaggio era chiaro: bastano i ragazzini. E invece. La Cremonese è stata più forte anche delle proteste romaniste, dell’assedio isterico, del gol di Belotti sul tramonto del recupero. Mourinho se ne è andato furibondo: solo l’Europa League ora può evitargli l’oltraggio di una stagione da zero titoli”.