«Sono diseducativi per i giovani che, ascoltandoli, pensano che quella sia la realtà. Dobbiamo diventare lo specchio della legalità»
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato alcune dichiarazioni da Santa Maria Capuavetere, dove ha partecipato all’inaugurazione della prima cattedra universitaria italiana dedicata alle regole del calcio presso l’Università degli Studi della Campania. De Laurentiis ha toccato la questione tifo e stadio, parlando anche degli ultras. Ha toccato il tema dei motivi dello sciopero del tifo al Maradona.
De Laurentiis ha posto l’accento sulla sua rigidità, che da molti viene contestata, ma che non è altro che richiesta di legalità. Ha detto:
«Io che sono molto rigido vengo contestato, io che sono per la legalità totale mi si dice che non sono tifoso. Io sono per l’organizzazione che funzioni, se vi faccio vedere quanti sono stati arrestati nell’ultima partita per spaccio di droga, i signori della Lazio sono arrestati in tre. Ma come, io non faccio entrare botti, fumogeni e petardi ai nostri e quelli sì? C’è modo e modo di sostenere la squadra, in Inghilterra hanno allontanato gli Hooligans e riempito gli stadi di bambini, da noi invece arriva il bambino con il genitore e gli dicono di non sedersi al suo posto. Questo crea un problema, è diseducativo, quando gli adolescenti sentono i cori credono che quella sia la realtà ma quei cori sottintendono una cosa semplice: “il Napoli siamo noi”».
Il presidente del Napoli ha parlato dell’importanza dello sport come esempio. Ha detto che dovremmo diventare l’emblema della legalità, per educare le future generazioni.
«Facciamo le cose da grande club moderno che si proietta nel futuro. Quando devo ricevere dal questore di Napoli che abbiamo daspato per droga, per pistola carica, per scavalcamento, così non ci si comporta. Noi dobbiamo diventare lo specchio della legalità perché lo sport è l’emblema per le future generazioni».