Al CorMez: «Per questo ha sfornato fior di cervelli. La città già tutta azzurra? Gli scudetti non si vincono tutti i giorni. Vale la pena di festeggiarli».
Il Corriere del Mezzogiorno intervista Vittorio Feltri. Nega di essere antimeridionale, anzi, dichiara il suo amore per Napoli.
«Io antimeridionale? Guarda, sono tutto tranne che antimeridionale, è come se mi accusassero di aver crocifisso Gesù Cristo o mi dessero del cornuto, avendo una moglie di 84 anni! Siamo fuori dalla ragione! Sono nato a Bergamo e vivo a Milano da mezzo secolo, ma la città che ho amato di più è Napoli che ha un solo difetto: è socialmente disorganizzata. Forse per questo ha sfornato fior di cervelli».
Spiega il concetto di “socialmente disorganizzata”:
«Beh sì, il casino sociale è il traffico che rende tutti nervosi, poi in una situazione così confusa l’imprenditoria non riesce a svilupparsi e allora si radica la camorra…».
Feltri continua a parlare di Napoli:
«A Napoli sono venuto la prima volta che avevo dieci anni e ci sono sempre tornato con piacere. Poi ho vissuto qui a metà degli anni ‘80 per seguire il processo Tortora. Frequentavo il circolo Canottieri. I miei migliori amici sono due siciliani e sette-otto napoletani con cui mi sono sempre trovato bene».
Ora Napoli è diventata la capitale del tifo. A Feltri viene chiesto cosa pensa del fatto che Napoli sia già tinta di azzurro.
«Penso che gli scudetti non si vincono tutti i giorni. Vale la pena di festeggiarli».
Non solo: Feltri dichiara anche che gli piacciono le imprecazioni in napoletano.
«Adoro le imprecazioni in napoletano, pronunciare un’espressione come schiattà ‘ncuorpo dà grandi soddisfazioni».
Ma allora da dove nasce la storia che Feltri è antimeridionale?
«Anni in tv dissi che a Napoli non sarei andato a fare il parcheggiatore abusivo. Mi volevano linciare, eppure volevo solo dire che i meridionali hanno meno opportunità di lavoro rispetto ai settentrionali, quindi, dal punto di vista economico, sono inferiori ai settentrionali».