Su La Stampa. Ieri “si è rivisto di che pasta è fatto il Napoli”. “Provateci voi, quando il Napoli alza le cadenze e quei due là davanti ti puntano in velocità”
Gigi Garanzini commenta la vittoria del Napoli sull’Atalanta di ieri pomeriggio e, in particolare, lo splendido gol scudetto di Kvara. I difensori dell’Atalanta, scrive, sembravano statuine di San Gregorio Armeno.
“Si è già visto, anzi rivisto di che pasta è fatto il Napoli. Ci ha messo un po’ a eliminare le scorie laziali, pur senza mai correre rischi: e sul capolavoro di Kvara i difensori dell’Atalanta parevano le statuine di San Gregorio Armeno. Ma provateci voi quando il Napoli alza le cadenze e quei due là davanti ti puntano in velocità”.
Garanzini scrive anche dell’Inter.
“È ripartito il Napoli, alla sua maniera, ma la squadra del momento è l’Inter. Alla rovescia. L’ennesima sconfitta, l’ottava di stagione, ha segnato un punto di non ritorno”.
Otto sconfitte in campionato sono decisamente troppe. Ora il piazzamento Champions, determinante per restare a galla finanziariamente, è a rischio più che mai. Garanzini scrive di Inzaghi.
“La perplessità di fondo, che filtra anche dalla società, non è inedita. Inzaghi è certamente un allenatore da Coppe, e il suo palmarès è lì a dimostrarlo. Meno, parecchio meno da campionato. In termini ciclistici si direbbe che è un corridore da grandi classiche: non da grandi giri. Perché la squadra non ha continuità. Risponde, spesso, non sempre, ai grandi appuntamenti. Fatica nella routine, tra alti e bassi, anche quando come l’altra sera la prestazione complessivamente la trova e tutto o quasi tutto gira storto. Ma costruire così tanto e segnare così poco è un limite: esattamente come subire così poco e incassare così tanto, in termini di gol. Mettiamoci anche quei 4 cambi contemporanei a metà secondo tempo, quando lo Spezia con due a inizio ripresa aveva da un bel po’ cambiato la partita: e l’anarchia dal dischetto, con Lautaro libero di prendersi il pallone e sbagliare come già era accaduto. Si vedrà, in tempi brevi”.