Gli Spurs sono ad un passo dal riprendere Pochettino: “Ma dovrebbero capire che forse non può essere Pochettino il nuovo Pochettino”
Tottenham-Milan decide la stagione del Milan ma anche quella degli Spurs e di Antonio Conte. Aleggia su Conte l’ombra di Mauricio Pochettino, “un’aspirina del passato per lenire le emicranie del presente” per i nostalgici tifosi inglesi. Perché Pochettino è disoccupato e quindi disponibile, e perché – scrive Jonathan Liew sul Guardian – “Antonio Conte è così disilluso dal suo lavoro che persino la sua cistifellea gli dice di andarsene. Quasi certamente ci sarà un posto vacante in estate e una grave carenza di candidati idonei. Il presidente Daniel Levy vuole costruire ponti con i tifosi. Tutto qui punta in una direzione. Chiamate gli avvocati. Questa cosa è praticamente fatta”.
Il Guardian prefigura questo ritorno al passato: “Pochettino verrebbe riaccolto come un prigioniero politico liberato. Dopo la tempestosità dell’era José Mourinho, l’allegria dell’era Conte, la farsa bizzarra dell’era Nuno Espírito Santo, il ritorno di Pochettino fornirebbe un’immediata infusione di vigore”.
Liew scrive che il problema principale del Tottenham è che non ci crede davvero. Invece Pochettino sì. Pochettino “è un uomo che pensava di poter convincere Neymar a pressare”.
Invece è chiaro che la nostalgia è sempre pericolo: perché non sarà mai come fu. E’ “il problema con il tentativo di rianimare le sensazioni e i simboli del passato è che non esistono due situazioni veramente paragonabili”. Lo stesso “Pochettino è probabilmente un allenatore diverso da quello che il Tottenham ha ingaggiato quasi un decennio fa: un po’ più stagionato e accartocciato, un po’ più pragmatico e fiero, un allenatore per il quale questo incarico verrebbe probabilmente visto come un passo indietro”.
La partita con il Milan è dunque esiziale per il futuro del Tottenham. Perché “ad un certo punto Levy – e i tifosi degli Spurs – devono considerare la possibilità che probabilmente non sia più Pochettino il nuovo Pochettino“.