Non ci sono certezze sul tocco di braccio di Vlahovic. I quattro minuti di ricerca del frame risolutivo sono, per il designatore, più che sufficienti
Il designatore arbitrale, Gianluca Rocchi, non ha alcuna intenzione di rendere pubblici i dialoghi tra l’arbitro Chiffi e il Var durante Inter-Juventus. Per lui immagini che garantivano con certezza il tocco di braccia di Vlahovic e Rabiot in occasione del gol della vittoria dei bianconeri, segnato da Kostic, non ce n’erano. L’arbitro ha fatto bene a decidere come ha deciso. Il Corriere dello Sport lo spiega in un articolo a firma di Edmondo Pinna.
“Nessuna certezza che Vlahovic abbia colpito il pallone con il braccio destro. Che è l’unica certezza (di Rabiot è noto) il giorno dopo Inter-Juventus. Il designatore Gianluca Rocchi ha fatto il punto della situazione con i suoi più stretti collaborati. Anzi, ne ha fatti diversi, cercando di fare chiarezza in mezzo a tante imprecisioni. Perché l’Inter continua ad avere dei dubbi che le immagini non chiariscono al cento per cento e allora è meglio non nascondersi. I vertici arbitrali hanno le idee chiare, con in mano l’audio della conversazione fra Mazzoleni nel VOR e Chiffi (male, al di là dell’episodio) in campo a San Siro. Oltre quattro minuti per cercare il frame risolutivo ovunque fra le 24 telecamere presenti nell’impianto: le 18 standard A più le 3 di integrazione (2 di DAZN e una addirittura dell’Inter) più una tattica e 2Glt. Frame che non c’era. Neanche la ripresa frontale, quella nella quale l’attaccante bianconero sembra aiutarsi con il braccio destro e che ha fatto infuriare l’Inter, se confrontata con le altre lascia certezze. Anzi. Per questo la rete di Kostic è stata convalidata. Nessuna immagine chiara. E anche nessun invito a non venire all’OFR”.
Se dal Vor di Lissone avessero avuto la certezza del tocco di braccio di Vlahovic, sarebbe stata obbligatoria la revisione all’on field review, ma così non è stato, ha spiegato Rocchi ai suoi amci.
“Nell’audio (che Rocchi ha ribadito agli amici di non avere alcuna intenzione di diffondere) non c’è traccia di tentennamento, di possibile sterilità di un intervento dell’arbitro a bordocampo, semplicemente perché Mazzoleni non avrebbe potuto dirlo. Non solo, ma Rocchi ha anche spiegato il grande equivoco che si crea in casi come
questi, fra l’immediatezza (tiro, tocco di mano, gol) e l’APP (l’inizio della fase d’attacco): nel primo caso, rete sempre da annullare, anche se struscia appena; nel secondo caso, invece, deve essere una cosa certa, netta (un pestone, uno sgambetto, un fallo duro, una tirata di maglia). Non solo, ma nel caso specifico ci sono anche due/tre passaggi prima della rete”.