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La Juve è irritata: Pogba non vuole ridursi l’ingaggio nonostante gli infortuni (Gazzetta)

Il club si aspetta un gesto che dimostri l’attaccamento alla maglia del francese, che però finora ha fatto orecchie da mercante

La Juve è irritata: Pogba non vuole ridursi l’ingaggio nonostante gli infortuni (Gazzetta)
Mg Torino 07/10/2021 - Uefa Nations League / Belgio-Francia / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Palu Pogba

La Juventus vorrebbe un atto di responsabilità da Paul Pogba, alle prese con l’ennesimo infortunio. Il club bianconero gradirebbe che il francese si riducesse l’ingaggio, visto che su 37 partite ha giocato soltanto 35 minuti. Ma il Polpo non ha alcuna intenzione di andare incontro alla Juventus. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.

“La domanda se la sta ponendo anche la Juventus, ovviamente ferita e delusa dal non aver potuto contare praticamente mai sul giocatore più pagato (8 milioni di euro all’anno – più due di eventuali bonus) della rosa”.

La Juve è scontenta, anche perché nella prolungata assenza di Pogba contano anche alcune sue decisioni poco professionali, come la scelta di non operarsi dopo la lesione del menisco laterale del ginocchio destro. Il contratto del francese è un peso anche per il futuro.

“Difficile si arrivi al punto in cui la società possa rompere unilateralmente l’accordo. Però Pogba, nell’idea della dirigenza bianconera, potrebbe compiere un bel gesto: rinunciare a parte degli emolumenti del 2022-23, dimostrando attaccamento alla maglia. Un piccolo risarcimento per la Juve, ma al momento il Polpo non ha dato alcun segnale in questo senso. Nessun taglio allo stipendio “alla Redondo”, ricordando cosa fece l’argentino al Milan dopo molteplici mesi in infermeria. E con il nuovo infortunio a fermare Pogba per almeno altri 20-30 giorni, l’irritazione non può che aumentare”.

Sullo stesso tema, e sempre sulla Gazzetta, un editoriale di Nino Minoliti.

“Visto che quest’anno ha giocato la miseria di 35 minuti, potrebbe almeno rinunciare ai bonus previsti dal contratto, come il club gli ha già chiesto di fare, senza ottenere alcuna apertura. Non si pretende che si sospenda lo stipendio, come fece il grande Fernando Redondo quando si trasferì dal Real al Milan e venne subito bloccato da un grave infortunio. Né che giochi al minimo contrattuale, come decise Damiano Tommasi, alla Roma, rientrando da un lungo stop. Oppure che lasci un mese di stipendio da 250.000 euro come ha fatto, sempre al Milan e in tempi recenti, Mario Mandzukic. Ma un segno, una mossa, un gesto d’onore, come si sarebbe detto una volta, sarebbe auspicabile e anche – ci permetta Pogba – dovuto. Certo, ai fini pratici non cambierebbe granché perché il 2023 ormai è andato e ridursi lo stipendio non riporterebbe indietro le lancette dell’orologio. Ma per il futuro, sì che conterebbe. Avrebbe il significato di un piccolo risarcimento nei confronti del club che lo aveva riaccolto, la gente apprezzerebbe e persino Paul potrebbe sentirsi un po’ sollevato, ora che le contrarietà ne hanno fiaccato il morale. Ci pensi, c’è tempo”.

 

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