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La Lazio ricorda al Napoli che può anche perdere e che si vince col 35% di possesso palla

Sarri chiude gli spazi e vince con merito. Napoli poco brillante. Nessun dramma ma forse la squadra è un po’ stanca o forse si parla troppo di festa

La Lazio ricorda al Napoli che può anche perdere e che si vince col 35% di possesso palla
Napoli's Cameroonian midfielder Andre Zambo Anguissa reacts during the Italian Serie A football match between Napoli and Lazio on March 3, 2023 at the Diego-Maradona stadium in Naples. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Il volto di Spalletti all’ingresso in campo non prometteva nulla di buono. Chissà, col senno di poi era un presagio. Del resto già ieri aveva ragione il signor Luciano che in conferenza stampa aveva invitato i tifosi a non cadere nella trappola mediatica. Aveva ricordato che le braccia si alzano solo dopo aver passato la linea del traguardo. Chissà se aveva subodorato qualcosa. Fatto sta che il Napoli ha incassato la prima sconfitta casalinga del campionato, la seconda del torneo. È arrivata contro la Lazio di Sarri che ha vinto 1-0 dopo aver giocato un’ottima partita, attenta, con un pressing intelligente e, come si dice oggi, facendo densità in mezzo al campo, convincendo Luis Alberto e Felipe Anderson a giocare una partita di grande sacrificio. È stata una serata in cui il dio del calcio ha continuato a divertirsi con lo sciocchezzaio che purtroppo circonda questo sport. Nel giro di tre giorni ha voluto che il Barcellona e la Lazio di Xavi battessero Real Madrid e Napoli con lo stesso risibile dato di possesso palla: 35%.

In linea teorica nulla cambia per la corazzata di Spalletti che resta a più 17 sulla Lazio, mentre Inter e Milan possono issarsi a meno 15. Senza dimenticare che c’è da attendere il Collegio di Garanzia del Coni sulla Juventus. Il Napoli ha un vantaggio più che blindato, però il campionato è ancora lungo. È una sconfitta che sta anche nella logica dei numeri. Però può anche servire a far comprendere che nello sport non è finita fino a che non è finita. La scaramanzia non sia un cappio ma i preparativi per la festa possono aspettare.

Stasera il Napoli ha incontrato la Lazio che Sarri ha disposto in maniera intelligente. Il Napoli non ha mai trovato gli spazi. Nel primo tempo gli azzurri hanno fatto girare la palla troppo lentamente e solo il salvataggio sulla linea di Di Lorenzo ha evitato che Vicino segnasse di testa dopo pochi minuti.

Il gol buono l’ururguaiano ex Inter lo ha segnato al minuto 67 con un gran tiro di controbalzo da fuori area. Un destro che ha potuto usufruire di un involontario assist di Kvartskhelia che di testa gli ha accomodato il pallone. Ma comunque non era facile. Vecino ha sfoderato un gran tiro, Meret nulla ha potuto.

Il Napoli nel secondo tempo ha giocato meglio, in modo più aggressivo. Ha messo la Lazio alle corde ma di vere e proprie occasioni non ne ha costruite. Una sola, sullo 0-1, con legno colpito (ma anche la Lazio ha colpito un palo). Il Napoli ha subito il gol nel momento migliore ma la squadra non è mai parsa brillante. È anche fisiologico. È una squadra che va a tutta da inizio stagione. Che negli ultimi due mesi ha anche abbandonato l’esplorazione della profondità della rosa. Spalletti ha preferito insistere sugli stessi uomini e del resto fino a stasera i risultati lo avevano premiato.

Non siamo al campanello d’allarme. La Lazio però ha ricordato che le partite vanno sempre vinte. E Napoli ha capito che ogni partita può nascondere insidie.

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