Al CorSera: «Non voleva farsi vedere nelle situazioni pubbliche, non voleva smuovere niente. Voleva che ottenessi i miei risultati da solo»
![Leo Gassmann: «Papà mi ha insegnato il senso del sacrificio, ma non c’era mai, lavorava sempre» Leo Gassmann: «Papà mi ha insegnato il senso del sacrificio, ma non c’era mai, lavorava sempre»](https://www.ilnapolista.it/wp-content/uploads/2023/03/leo-gassmann.jpg)
Il Corriere della Sera intervista Leo Gassmann, figlio di Alessandro Gassmann e Sabrina Knaflitz, entrambi attori. Leo ha mosso i primi passi nel mondo della musica a X Factor, ha vinto un Sanremo Giovani e chiuso l’ultimo Festival al 18° posto. Ha 24 anni.
Racconta che la prima chitarra gliela regalò sua madre a 7 anni.
«Ho fatto l’Accademia per 5 anni, ma in prima liceo ho lasciato: mi sentivo soffocare, era un esame ogni giorno, in fondo ero solo un bambino».
Ma non ha smesso di suonare. Iniziò a farlo per strada, di nascosto dai genitori.
«Quando i miei amici facevano serata in discoteca, io andavo a suonare per strada. Roma di notte in centro si svuota, all’1 mi mettevo sotto gli ombrelloni dei ristoranti chiusi al Pantheon, o a piazza Navona. Di giorno tiravo su 50/60 euro, ma non avevo neanche il permesso».
I genitori, racconta Gassmann, tenevano molto a che si laureasse.
«Volevano che mi laureassi forse anche perché loro non ci erano riusciti: mamma ha lasciato quando le mancavano pochi esami, papà ha iniziato a lavorare subito e nemmeno mio nonno era laureato. Ma non mi hanno forzato. La laurea è una fortuna, non tutti hanno la possibilità di studiare e io questo l’ho capito: è stupido perdere un’occasione così. L’istruzione dovrebbe essere alla portata di tutti: è bello studiare, ti apre gli orizzonti».
Gassmann parla dei genitori:
«Mio padre mi ha trasmesso il rispetto per le regole e il senso del sacrificio. Io e papà siamo molto simili nel modo
in cui concepiamo il lavoro, non l’ho mai visto fermo da quando sono bambino, neanche il fine settimana, è una
macchina da guerra. Mamma mi ha insegnato la dolcezza, l’empatia. E la tranquillità. Se fossi cresciuto solo con papà sarei sempre a mille. Mamma mi calma, mi ha trasmesso serenità, non mi ha mai messo i bastoni tra le ruote. Ha sacrificato anche parte della sua vita per dedicare del tempo a me: non è mai mancata a nessuna recita scolastica, veniva a tutti i concerti, era in platea al provino di X Factor».
Al contrario di suo padre:
«Lui non c’è mai stato, lavorava tanto e poi nelle situazioni pubbliche non voleva farsi vedere, non voleva smuovere
niente, voleva che ottenessi i miei risultati da solo. Esserci sarebbe stato contro le regole della famiglia: costruirci da
soli».