Il doppio confronto Feyenoord-Roma sta diventando un caso politico: il governo non decide. Dopo Napoli-Eintracht si rischia un’altra figuraccia
Quella tra Feyenoord e Roma “non è più una partita di calcio ma un caso politico“, scrive il Corriere dello Sport. Mancano 13 giorni alla partita di andata, in Olanda e, “nonostante diversi tavoli tecnici e un rimpallo di confronti, nessuno si è ancora preso la responsabilità di decidere su eventuali provvedimenti restrittivi: in altre parole non sappiamo se i tifosi del Feyenoord saranno ammessi allo stadio Olimpico e di conseguenza se i romanisti potranno andare a Rotterdam”.
Il ministro dell’Interno Piantedosi, sollecitato dal sindaco Gualtieri, è orientato verso il divieto di trasferta per gli olandesi, ma ancora non è stata presa una decisione, e la Uefa spinge perché invece Roma sia aperta ai tifosi del Feyenoord. La questione, poi, è complicata dal fatto che Roma non ha un prefetto. Di fatto, il governo ancora non ha deciso.
“il governo non ha individuato ancora la strategia: chiudere la trasferta agli olandesi potrebbe addirittura non risolvere il problema, come hanno dimostrato gli incidenti provocati dai teppisti dell’Eintracht a Napoli dopo
una scelta analoga. E comunque rappresenta una sconfitta d’immagine per uno stato civile, che deve essere in grado di garantire la normalità”.
In Olanda, intanto, aspettano di capire cosa sarà deciso a Roma. Se ai tifosi del Feyenoord sarà impedito di viaggiare o comunque di acquistare i biglietti della partita di ritorno, scatterà un provvedimento identico per la trasferta dei romanisti del 13 aprile. Né il club olandese né la Roma, insomma, hanno ancora messo in vendita i tagliandi per gli ospiti.
La morale della favola è una, scrive il quotidiano sportivo:
“lo stato italiano non può garantire la salubrità sociale di un evento sportivo. Con questo biglietto da visita come pensiamo di ottenere dall’Uefa l’assegnazione dell’Europeo del 2032?”.
Sempre sul CorSport ne scrive anche Alessandro Barbano.
“le autorità orange tentennano in attesa che Roma decida. E Roma tace. L’eco delle polemiche per la devastazione dei tedeschi a Napoli risuona ancora nelle stanze del Viminale. Un’altra figuraccia sarebbe insostenibile per una politica che sull’ordine pubblico sta faticando a mantenere ciò che ha promesso. Ma ogni ora che passa fa le decisioni più difficili e più contraddittorie”.
Barbano porta ad esempio quanto accaduto a Napoli con i tifosi dell’Eintracht.
“L’interdizione decisa nei confronti degli ultrà tedeschi non ha impedito loro di assediare e mettere a ferro e fuoco la città, prenotando come altrettanti turisti una stanza negli alberghi del lungomare. Questo per dire che è velleitario, oltre che dannoso, proibire lo stadio in occasione di partite che sono il cuore di un’intera avventura sportiva. Velleitario perché il divieto rischia di scatenare l’azzardo dei più violenti. Dannoso perché il calcio senza le opposte tifoserie è come la carbonara senza il guanciale. Garantire lo spettacolo e insieme la sicurezza è un compito difficile, ma doveroso. Si prendano accordi con la polizia olandese, si censiscano nominativamente gli acquirenti dei biglietti, si studino percorsi protetti per l’accesso allo stadio e per il deflusso, si proteggano i luoghi sensibili della capitale. È faticoso, ma necessario. La polizia italiana ha il know how per gestire situazioni di ordine pubblico complesso. Una rinuncia a difendere la città aperta, senza chiuderla, sarebbe una sconfitta per molti”.