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Sarri: «Alla Lazio litigo per avere giocatori italiani. Ti danno un’identità che 20 stranieri non danno»

«Tante società vanno alla ricerca dell’affare, del giocatore straniero che costa meno. Se ti esplode in mano hai una plusvalenza sicura». 

Sarri: «Alla Lazio litigo per avere giocatori italiani. Ti danno un’identità che 20 stranieri non danno»
Db Torino 20/08/2022 - campionato di calcio serie A / Torino-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Maurizio Sarri

Il Corriere dello Sport riporta le dichiarazioni dell’allenatore della Lazio, Maurizio Sarri da Castiglio Fiorentino, rilasciate lunedì sera. Sarri ha parlato del suo futuro. Ha firmato con la Lazio un triennale a giugno 2022. Rimanda il discorso.

«Alla Lazio sto bene, con Lotito ho un buon rapporto, lo chiamo Claudio né presidente né senatore. Il contratto l’abbiamo prorogato mesi fa, non credo sia il caso di tornarci in questo momento. Se resterò molto a lungo? No, ho un ginocchio che non mi tiro più dietro».

Sarri ha dichiarato che lotta perché la Lazio acquisti calciatori italiani.

«Alla Lazio sto litigando per avere giocatori italiani. Tante società vanno alla ricerca dell’affare, del giocatore straniero che costa meno. Se ti esplode in mano hai una plusvalenza sicura. I nostri ragazzi, se iniziano a dare dei segnali, sono giocatori che costano un po’ di più. Penso che all’interno di una squadra avere un’ossatura di italiani ti dia un’identità che 20 stranieri non ti possono dare. Noi ci stiamo provando, non so se ci riusciremo. Lo sforzo per avere uno zoccolo duro di italiani in squadra lo stiamo facendo».

Sarri non considera morto il calcio italiano.

«Se è morto? No, però si può discutere su quanti calciatori siano rappresentativi del movimento italiano. Se vedi
le squadre che sono in vetta, che giocano la Champions, di italiani in campo ne vedi 5 o 6».

Ed aggiunge:

«Nel mondo ci sono tanti giocatori di pallone stupendi, ma di calcio pochi».

Sarri sa cosa vuole e sa cosa manca per il salto della Lazio:

«Ci manca un pizzico di continuità, abbiamo lasciato punti per strada in maniera superficiale. Non abbiamo fatto bene in Europa e questo credo sia stata una scelta inconscia a livello di gruppo, forse proprio a livello di ambiente. Abbiamo un percorso ancora lungo se vogliamo diventare e ritenerci una grande».

 

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