A Repubblica: «In tanti vanno in Spagna, ognuno ha diritto alla propria felicità. Non mi preoccupa la destra, gli altri governi che hanno fatto?»
Su Repubblica bella intervista a Tiziano Ferro, di Silvia Fumarola. Tocca molti temi, dalla depressione ai diritti civili. Tiziano Ferro vive a Los Angeles con il marito Victor Allen e i loro due figli.
La canzone “Addio mio amore” è sulla depressione.
«Mi sono pentito di aver detto di cosa parli, volevo lasciare l’ambiguità. A volte parla di depressione chi non la conosce. Ho immaginato questa donna affascinante con una capacità di manipolazione. Colpisce i geni e anche gli stupidi, è democratica. Il dolore alla fine diventa la tua zona di conforto, lo conosci al centimetro. La depressione cronica va curata con la chimica, come si cura il diabete, e con un percorso psichiatrico. Il problema è la stigma: depresso, quindi pazzo».
«Ricordo che da bambino, mentre gli altri a scuola giocavano, io guardavo il cielo e tutto mi dava angoscia. Pensavo: “Sono fatto così”. In realtà, oltre alla terapia psicologica va riequilibrata la serotonina. L’analisi la fai bene se guardi e ascolti con gli occhi e le orecchie di chi non è sottoterra».
«Mia nonna, che soffriva di depressione e di ansia, era completamente sedata. Io voglio vivere bene, quelle terapie sono obsolete. Siamo ancora eredi del senso di colpa italiano; siamo figli della guerra, della povertà, chi soffre è una persona molto più dignitosa. Per cambiare le abitudini di un popolo serve tempo. Ho capito quanto sia difficile essere un uomo di colore negli Usa, e la schiavitù è finita 150 anni fa».
Sui diritti civili siamo molto indietro?
«Siamo indietro su tutto, chi vuole adottare ci mette dieci anni, non è questione di gay o non gay. Fratelli di miei amici vanno in Spagna per darsi un’occasione, non penso solo agli omosessuali, ma anche agli eterosessuali. Si rende complessa la vita di persone che comunque faranno quello che vogliono. Gli italiani non li fermi. Ognuno ha diritto alla propria felicità».
Ha fiducia in chi ci governa?
«Ho pubblicato l’ultimo disco subito dopo le elezioni e mi chiedevano tutti: “Sei preoccupato?”. Ma perché? Gli altri governi cosa hanno fatto? Pensi allo Ius soli: figli di immigrati nati in Italia non possono ancora avere la cittadinanza italiana. Non credo che chi comanda voglia creare altri danni, sono fiducioso. Voglio vederli all’opera. Non facciamo questo gioco preconcetto: la destra è cattiva. Il problema non è la destra o la sinistra, è la testa. Penso alle unioni civili “attenti a non chiamarle matrimonio”. Proprio uguale non è, anzi è offensivo. Sui diritti siamo indietro. Punto e basta. Li ho visti mancare con tutti i governi».