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Turone: «Ancora ripenso a quel gol annullato. Era l’epoca in cui alzavi la bandierina per fare un favore…»

A Il Secolo XIX: «Mi faccio ancora tante domande, poi smetto perché se no uno inizia a fare cattivi pensieri e non è il caso».

Turone: «Ancora ripenso a quel gol annullato. Era l’epoca in cui alzavi la bandierina per fare un favore…»

A distanza di 42 anni, il gol annullato a Maurizio Ramon Turone contro la Juventus per fuorigioco continua a far discutere. Un’azione mai dimenticata, soprattutto dal protagonista, oggi intervistato da Il Secolo XIX.

Era il 10 maggio 1981, al Comunale di Torino si giocava Juventus-Roma. Al 72 minuto, sul punteggio fermo sullo 0-0, Turone, che giocava con la Roma, segnò un gol di testa. L’arbitro Paolo Bergamo convalidò la rete, ma il guardalinee Sancini alzò la bandierina per decretare il fuorigioco e il gol fu annullato. Il punteggio restò sullo 0-0 e lo scudetto andò alla Juventus. Turone se lo ricorda ancora.

«E come si fa a non parlarne più? Non dico ogni giorno, ma molto spesso incontro persone che mi fanno la battuta, che ricordano quell’azione. E allora si torna sempre lì, a quel gol annullato che ci avrebbe dato lo scudetto. E ancora mi girano, ogni volta che ci penso».

Turone ricostruisce quel momento.

«Cross dalla trequarti, c’è la sponda di Pruzzo, io colpisco di testa in tuffo e faccio gol. Prandelli mi tiene in gioco, me ne accorgo subito perché è più vicino alla porta rispetto alla mia posizione. L’arbitro Bergamo convalida, poi però vede il guardalinee Sancini con la bandierina alzata e annulla. Io lo vedo e inizio a protestare, la mia esultanza si trasforma prima in rabbia e poi in disperazione. Ancora adesso non posso credere che abbia segnalato fuorigioco. Chissà cosa aveva nella testa. Mi faccio tante domande, poi smetto perché se no uno inizia a fare cattivi pensieri e non è il caso. Con il fuorigioco semiautomatico l’errore non ci sarebbe stato. Però erano altri tempi, magari se alzavi la bandierina e facevi un favore… Meglio che mi fermi qui, evitiamo altri pensieri».

Turone confessa di non riuscire più a seguire il calcio.

«Non riesco più a seguire il calcio attuale. Non sanno più dribblare, arrivano al limite dell’area e poi tornano indietro fino al portiere. Nei settori giovanili bisogna tornare a insegnare la tecnica, l’arte del dribbling. Questo non è più calcio, non mi appassiona. E non appassiona più la gente, che lo segue sempre meno».

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