Due scudetti con l’Inter, uno con il Cagliari e una Coppa Uefa con la Juventus. Ci lascia Sergio “Bobo” Gori, uno dei protagonisti della spedizione mondiale di Messico 1970.
Il mondo del calcio è colpito da un nuovo lutto. Nella notte è scomparso Sergio Gori all’età di 77 anni; l’ex Inter era ricoverato da circa due settimane presso la Multimedica di Sesto san Giovanni (MI). Il suo soprannome “Bobo” gli venne dato dall’ex giocatore dell’Inter Giorgio Barsanti con cui Sergio aveva legato molto. Non aveva un particolare significato, ma era una sorta di vezzeggiativo affettuoso.
Milanese classe 1946, cresciuto nelle giovanili nerazzurre, con l’Inter vinse due campionati, due Coppe Intercontinentali e una Coppa dei Campioni. Tra il 1969 e il 1975 giocò con la maglia del Cagliari, vincendo uno scudetto nel 1970 e giocando accanto a Gigi Riva; per quelle sei stagioni trascorse in Sardegna, Gori fu inserito nella Hall of Fame del club rossoblu. Successivamente passò alla Juventus e in 2 anni totalizzò 7 reti, trionfando in Coppa Uefa. Per brevi periodi indossò anche le maglie di Vicenza, Verona e Sant’Angelo. Con la Nazionale Italiana conta solo 3 presenze, ma fece parte della spedizione in Messico del 1970 in cui gli azzurri arrivarono secondi. Quel Mondiale viene sicuramente ricordato per la miglior partita della storia del calcio, ovvero Italia-Germania 4-3 del 17 giugno allo Stadio Azteca. “Bobo” Gori ebbe la fortuna di giocare i quarti di finale contro il Messico, in cui l’Italia si impose per 4-1. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo nel 1979, proseguì nel mondo del calcio come opinionista sportivo.
A Storie di Calcio ha raccontato il momento più bello della sua carriera:
«Il primo anno di Cagliari e la vittoria dello scudetto a Cagliari. Mi ricordo che alla fine di quell’anno, quando vincemmo lo scudetto, telefonai a casa e dissi “Ce l’ho fatta!”. Forse è una frase scontata, retorica, che però per me valeva molto».
Tra i suoi gol più belli ed importanti ricorda:
«Il più importante sicuramente il 2-0 di Bari, che decretò la vittoria dello scudetto. Perché? Per la Sardegna, per me, per la mia famiglia. Il più bello, invece, credo sia stato a “San Siro”, con la maglia della Juve, quando vincemmo contro il Milan 1-0 e feci un bel gol di testa su cross di Causio sulla destra».