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Felipe Massa vuole ancora il Mondiale 2008: «Chiedo giustizia, mi sento derubato»

Il brasiliano tona all’attacco dopo le rivelazioni di Ecclestone: «Avremmo dovuto cancellare la gara di Singapore, non avrebbe vinto Hamilton»

Felipe Massa vuole ancora il Mondiale 2008: «Chiedo giustizia, mi sento derubato»
Imago Shanghai (Cina)15/04/2012 - gara formula 1 / foto Imago/Image Sport nella foto: Felipe Massa ONLY ITALY

Felipe Massa ha sempre reclamato il mondiale 2008 di Formula 1 vinto da Lewis Hamilton, per via di alcune presunte irregolarità, e oggi è tornato a parlarne con ancora più vigore: ha dichiarato di essere pronto a intentare causa per un episodio avvenuto nel Gp di Singapore di quell’anno.

In quell’occasione Massa partì in pole, andando in fuga. I sorpassi non erano semplici e la vittoria era a un passo, quando, al 14esimo giro, Nelson Piquet junior, pilota della Renault, si schiantò. L’incidente costrinse la direzione gara a mandare in pista la Safety Car. E così Alonso, che si era fermato il giro precedente, ne approfittò e finì per vincere con la Renault. Massa arrivò 13°, Hamilton 3°, andando via da Singapore con un margine più ampio. L’inglese vinse quel campionato poche settimane dopo, per un solo punto.

Fin qui nulla di scabroso, ma un anno dopo la Fia aprì un’inchiesta e nacque il “Crashgate”. Si scopre che la Renault aveva architettato tutto. L’incidente era stato creato ad arte da Piquet che aveva agito secondo i dettami della Renault, che così ottenne il successo con Alonso. La Fia condannò il team, squalificato per due anni.

Il mondiale vinto da Hamilton non fu toccato, ma il pilota brasiliano, allora ferrarista, non lo digerì mai. Ora tutto è stato acuito dalle parole di Bernie Ecclestone che, nella serie tv Lucky, ha parlato anche di quell’episodio:

«Eravamo a conoscenza di quello che era successo durante la stagione 2008». Ecclestone ha inoltre dichiarato che si poteva annullare l’esito di quella gara: «Ricevemmo abbastanza informazioni in tempo per indagare sulla questione. Secondo lo statuto, avremmo dovuto cancellare la gara di Singapore in quelle condizioni. Questo avrebbe voluto dire quel Gp non sarebbe mai stato nell’elenco ufficiale della serie e che Felipe Massa sarebbe diventato campione del mondo, e non Lewis Hamilton».

E così, la ferita nell’animo di Felipe Massa si è riaperta. Ne ha parlato a motorsport.com, spiegando che sta cercando di capire se poter adire le vie legali:

«C’è una regola che dice che quando un campionato è deciso, dal momento in cui il pilota riceve il trofeo di campione, le cose non possono più essere cambiate, anche se è dimostrato che c’è stato un furto. All’epoca, gli avvocati della Ferrari mi avevano parlato di questa regola. Ci siamo rivolti ad altri avvocati e la risposta è stata che non si poteva fare nulla. Quindi logicamente credevo a questa situazione. Ma dopo 15 anni, sentiamo l’ex-proprietario della categoria dire di averlo scoperto nel 2008, insieme al presidente della Fia, e che i due non hanno fatto nulla per non infangare il nome della Formula 1».

Tuttavia, il quarantunenne ex pilota sa bene di avere ben poche chance, il titolo mondiale non sarà suo, ma la possibilità di una causa non la esclude:

«È molto triste sapere che il risultato di quella gara doveva essere annullato e che io avrei avuto un titolo. Alla fine, sono stato quello che ci ha rimesso di più con questo risultato. Quindi, stiamo cercando di capire tutto questo. Ci sono delle regole, e ci sono molte cose che, a seconda del Paese, non permettono di tornare indietro dopo 15 anni per risolvere una situazione. Ma intendo studiarla, cosa dicono le leggi e le regole. Dobbiamo avere un’idea di ciò che è possibile fare. Voglio avere giustizia. Mi sento derubato». 

Le possibilità però sono quasi pari a zero, purtroppo per Massa e tutti i ferraristi. Il codice sportivo internazionale della Fia non ammette infatti proteste dopo una gara e il diritto di chiedere un riesame scade 14 giorni dopo un GP e quattro giorni prima della data della cerimonia di premiazione della Fia. La Ferrari dovrà quindi impegnarsi ad ottenere il prima possibile un mondiale dal futuro, e non dal passato.

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