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“Gli spagnoli a Napoli” gratis a Capodimonte per la Festa della Liberazione

Pedro Fernández, Bartolomé Ordóñez, Diego de Siloe, Pedro Machuca, Alonso Berruguete divennero i protagonisti del rinnovamento artistico dei primi anni del 1500 che cambiò radicalmente il Regno napoletano.

“Gli spagnoli a Napoli” gratis a Capodimonte per la Festa della Liberazione
Doveva essere una giornata piovosa secondo i dettami del meteo di ieri ma stamattina il Dio del tempo ha deciso diversamente ed ha alternato frescura, caldo estivo e mite. I napoletani hanno deciso che era meglio dare un’occhiata all’identità della loro Città e la notizia che anche Capodimonte era free li ha spinti verso la mostra “Gli Spagnoli a Napoli – Il Rinascimento meridionale” visitabile al Museo e Real Bosco di Capodimonte in Sala Causa. Iniziata il 13 marzo dopo la staffetta con il Prado – terminerà il 25 di giugno. Pedro Fernández, Bartolomé Ordóñez, Diego de Siloe, Pedro Machuca, Alonso Berruguete divennero i protagonisti del rinnovamento artistico dei primi anni del 1500 che cambiò radicalmente il Regno napoletano. Insieme alle tavole di questi artisti i visitatori della Festa della Liberazione hanno potuto mirare dopo 400 anni la Madonna del pesce eseguita da Raffaello, con le sue luci tenui che danno ai volti dei suoi protagonisti un’espressività dolce. Il dipinto, destinato alla cappella della famiglia del Doce in San Domenico Maggiore a Napoli e divenne un punto di riferimento fondamentale per gli artisti attivi a Napoli durante il Cinquecento. Asportata dai governanti spagnoli e trasferita a Madrid al Prado intorno alla metà del Seicento. Dopo la visita al Museo dove con file ordinate già a metà mattinata i napoletani ed i molti turisti – soprattutto spagnoli e francesi – hanno atteso pazienti e gioiosi il loro turno, tutti si sono poi riversati nel Bosco con le sue file alberate e simmetriche – tra Porta piccola e Porta Miano – godendo dei prati per picnic improvvisati e del recinto dei cani dove hanno potuto fare giocare i loro animali domestici. Attorno al diamante dei viali percorsi dai runners, trekkers e marciatori la sorpresa della perla della vasca circolare con le tartarughine ed i pesci rossi. Una Napoli diversa e green, più europea: forse perché al Museo ed al Bosco si può giungere solo con le macchine – senza Metro – e con uno sparuto bus rarefatto nelle corse? Non sappiamo: anche dal Belvedere di Capodimonte “si vede tutta la città” come cantava Pino Daniele, con la sua storia e le sue scelte urbanistiche sbagliate. Ma se qualcuno ha messo nel corso degli ultimi 80 anni le mani sulla Città è bello constatare che si è salvata quest’oasi di cultura ed
ambiente che contiene uno dei Musei più belli del mondo ed un Parco regale – nato per la caccia – che ora è patrimonio dei napoletani e di quanti amano “camminare con piede fermo in un aprile meraviglioso”.
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