Lo stadio ha fatto partire un lungo applauso per l’attaccante del Napoli. Non è un colpo di spugna per gli ululati a Lukaku ma è sembrato un mea culpa
Riccardo Signori celebra il gesto di sportività dell’attaccante del Napoli, Victor Osimhen, nei confronti di Soulé. Al minuto 65 di Juventus-Napoli, vedendo il giovane calciatore bianconero a terra che si manteneva la coscia, l’attaccante nigeriano del Napoli ha fermato il gioco, prendendo il pallone tra le mani, per consentire allo staff medico della Juventus di soccorrere Soulé. Un gesto, scrive Signori, che ha ricordato allo Stadium cosa significa il fair play. E lo stadio juventino, infatti, ha fatto scattare un lungo applauso per Osimhen. Ciò non laverà la macchia degli insulti a Lukaku, ma è sembrato quasi un mea culpa.
Signori parla del gesto del nigeriano come di qualcosa che non siamo abituati a vedere troppo spesso, almeno nel calcio. Scrive:
“Minuto 65, Soulè è a terra, si tiene stretta la coscia, segnale che è arrivato alla fine della partita. Però, chissà quel ragazzino argentino di 20 anni, il cui nome per intero dice Matias Soulè Malvano, deve avergli fatto tenerezza e, comunque, deve aver preoccupato vederlo così a terra, dopo una partita di coraggiose corse e rincorse. Osimhen non ci ha pensato un attimo, ha bloccato l’azione sua e dei compagni prendendo in mano il pallone, perché il ragazzo avesse soccorso. Lo stadio ha guardato e finalmente ha capito che il fair play, i valori, non sono parole vuote: è partito un lungo applauso, mentre il ragazzino si è apprestato ad uscire dal campo. Non sarà un colpo di spugna per quello stadio che, giorni prima, si era macchiato di ululati desolanti nei confronti di Lukaku. Però, ieri, è parso che tutti abbiamo intonato un mea culpa e nemmeno conta che il giocatore che lo ha ispirato sia nero di pelle. Osimhen ci ha richiamati all’idea di uno sport meno logorato dai veleni. E chissà non sia servito anche a lui: da quel momento è diventato un diavolo per la difesa juventina”.