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Luther Burrell: «Darmi dello schiavo è abominevole» (BBC)

Chiamato schiavo dai suoi compagni di squadra, Burrell non era l’unico a subire questo comportamento razzista nella squadra del Newcastle Falcons

Luther Burrell: «Darmi dello schiavo è abominevole» (BBC)
England's centre Luther Burrell (L) is tackled during the Six Nations international rugby union match between England and Italy at Twickenham Stadium in south west London on February 14, 2015. AFP PHOTO / BEN STANSALL (Photo by BEN STANSALL / AFP)

Luther Burrell è un rugbista di 35 anni nato ad Huddersfield, in Inghilterra, ma le sue origini sono giamaicane. Nella sua carriera, Burrell ha rappresentanto diverse squadre di rugby, ma in particolare è ricordato per essere stato un giocatore della nazionale inglese. Lui, invece, ricorda molto bene gli abusi razzisti subiti durante la carriera e, per questo, ha voluto parlare delle sue esperienze negative da atleta. Le sue parole hanno portato la Rugby Football Union (Rfu) a indagare su questa forma di razzismo che vive negli spogliatoi del rugby inglese. L’esperienza di Burrell si rivolge soprattutto alla squadra Newcastle Falcons, l’ultima della carriera del giocatore, che si è sentito costretto a lasciare lo sport proprio per l’ambiente fortemente razzista.

Nel giugno del 2022, Burrell ha rivelato quanto accadeva nel Newcastle e ben presto la sua storia è diventata una questione nazionale.

Chiamare qualcuno uno schiavo non è divertente, perché è un comportamento abominevole. Si tratta di qualcosa che ha colpito la mia dignità come giocatore, mi ha colpito come essere umano e come padre.

Con queste parole il giocatore inglese commenta le sue esperienze nell’intervista pubblicata dalla BBC.

Cosa dice il rapporto della Rfu su Burrell e il Newcastle

Il report pubblicato dalla Rfu menziona nel dettaglio tutti gli aspetti sottolineati da Burrell, così come sul comportamento razzista che viveva attorno a lui, ma non solo. Prima di tutto, l’obiettivo dell’indagine è stato quello di evidenziare

L’abuso è stato doloroso, ha minato la dignità di Burrell e chiaramente ha avuto un effetto negativo su di lui. Il motivo delle sue accuse è quello di raggiungere il suo unico obiettivo di eradicare l’atteggiamento razzista all’interno del rugby

Nella documentazione dell’associazione si parla anche di:

C’era supporto in favore di Burrell nelle prove di altri due dipendenti di Newcastle. Ci sono altre persone che hanno assistito e subito comportamenti discriminatori. C’è stato un altro comportamento inappropriato, tra cui due risse che hanno coinvolto i giocatori. Altri invece hanno dichiarato che non c’era una scarsa cultura, ma spesso le battute erano brutali e di pessimo gusto. Infine, che all’interno del club sia allenatori che giocatori hanno confermato che non ci fosse nessun programma educativo all’uguaglianza, all’inclusività e alla diversità nell’uso dei social media.

Nel mentre, il club Falcons ha risposto alle accuse di razzismo:

Siamo preoccupati di come qualcuno possa subire comportamenti discriminatori nel rugby. Vogliamo chiarire che non perdoniamo alcuna forma di comportamento discriminatorio. Se queste segnalazioni fossero state fatte alle risorse umane o al management, sarebbero state trattate nel modo giusto. E dato che dopo un’indagine approfondita non rimane alcun modo per identificare le persone coinvolte in nessuna delle accuse delineate, e visto che l’obiettivo dichiarato da Luther era quello di educare e migliorare le cose per il futuro,  il club si concentrerà sull’educazione e sul rafforzamento degli obiettivi e dei processi all’interno delle nostre politiche, come raccomandato nel rapporto.

Il report sull’esperienza di Burrell arriva in un momento delicato dove il mondo di tutto lo sport vive di questi fenomeni razzisti. Il tutto si unisce in un unico allarme da parte delle società per combattere questo problema.

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