Osimhen si è gestito troppo, il liscio di Ndombele, sembrava la serata di Politano. E meno male che Marciniak è il migliore arbitro al mondo
Le pagelle di Napoli-Milan 1-1 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. La trilogia coi rossoneri si chiude malissimo, Ilaria, ma il giovane Meret in questo cupo epilogo il suo lo fa: para un rigore al Conte Olivier e subito dopo con un piede sventa un gol fatto del medesimo Giroud, riparando così a un rilancio disastroso – 6,5
Giroud non lo dimenticherà, come noi non dimenticheremo l’espressione del francese di fronte al rigore parato. Alzi la mano chi, guardandolo in volto, non ha sperato che l’errore diventasse un macigno troppo grande, dal punto di vista psicologico, per riprendere le redini dell’attacco. Ma in serate così la differenza la fa la testa, l’esperienza, e Giroud e il Milan lo hanno dimostrato – 7
DI LORENZO. A furia di attaccare, affronta il discesone di Leao come se fosse uno spettatore capitato lì per caso. E’ lui il primo a essere saltato. Ahi, ahi caro Capitano. Per non parlare dei tanti traversoni sbagliati. Certo, poi c’è il penalty conquistato e questo gli alza il voto – 5,5
Fa di nuovo l’attaccante aggiunto e questo ovviamente penalizza la fase difensiva. Ma col rigore e il sacrificio bilancia il voto – 6
RRAHMANI. In tre partite il Milan segna sei gol e Amir è l’ultimo azzurro che non riesce a fermare il travolgente Leao. Nella trilogia da incubo di questo disastroso aprile, il Milan dalla faccia cinica e vincente ha sempre dato la sensazione di segnare quando voleva, con o senza il Monaco Guerriero. E questo non è bello – 4,5
Bastava fare un semplice fallo su Leao. Anche un bambino avrebbe fatto il calcolo rapidamente, in termini di costi-benefici. Lui non lo ha fatto – 4
OSTIGARD dal 74’. Senza voto
Se non altro arriva vicinissimo al gol – senza voto
JUAN JESUS. Il dilemma sul gol di Giroud: andare sull’uomo o chiudere la porta? Lui sceglie la seconda. In ogni caso appare più sicuro di Rrahmani ma è poca cosa visto il risultato finale – 5
Non solo di Rrahmani: a me è parso il migliore della difesa, a parte il capitano – 6
MARIO RUI. L’amarezza e la delusione fanno fare un pensiero maligno. Meglio, cioè, non essere ipocriti, Ilaria, dopo lo sciagurato rigore su Leao: benvenuta la sostituzione per infortunio al 33’ – 4
L’ho pensata come te, Fabrizio. Il problema è che, spesso, nelle partite decisive, Marittiello perde semplicemente la testa. Diventa pericoloso. Ieri è stato una sciagura, appunto – 3
OLIVERA dal 33’. Più regolare e metodico di Marittiello, ma spreca due clamorosi colpi di testa per segnare – 5,5
Meglio sprecare occasioni che essere una mina vagante – 5,5
NDOMBELE. Tempo addietro, Ilaria, scrissi a gennaio che Ndombele è un calciatore enigmatico e imprevedibile nella gestione dell’attimo, dal destino nicciano, che può essere paradiso o inferno. Ecco, stasera è stato inferno con quel liscio che ha fatto partire Leao. Eppure aveva cominciato bene – 4
Ha la stessa colpa di Rrhamani nel non aver fermato Leao con un fallo dopo avergli tra l’altro regalato la palla dell’azione gol. Mentre, però, una leggerezza così magari ad un giovane come Amir la puoi anche perdonare, a Tanguy no. L’esperienza ce l’ha, la caratura internazionale pure. Se non spendi il fallo in un momento del genere, dopo la leggerezza con cui hai sbagliato, anche a costo di spaccarti una gamba, sei condannato all’interno – 3
ELMAS dal 63’. In questo aprile nero, il Macedone del Nord non ha mai inciso, da titolare o subentrante. La stanchezza ha preso anche lui – 5
Non è che può essere sempre l’uomo dei miracoli – 5
LOBOTKA. Passa il tempo a gestire più che a costruire o ispirare. Lì in mezzo è la metafora di questo Napoli che gioca ma non segna – 6
Un Napoli noioso, Fabrizio. La cosa più avvilente è questa – 6
ZIELINSKI. Anche Piotr si affanna, come Lobo, a trovare qualche corridoio decente. Quasi sempre invano. Epperò al 26’ ha una mirabile palla per fare gol e invece fallisce – 5
Non è mai decisivo, mai, nemmeno una volta: come sprecare immense dosi di talento – 5
RASPADORI dal 74’. Bisogna aspettare Giacomino per vedere un cross decente per la cabeza di Osimhen – 6
Il che è avvilente – 6
POLITANO. Nella mezzora che resta in campo, lì a destra è un martello instancabile e che va due volte al tiro – 6,5
Sembrava proprio la sua partita: assatanato, concentrato, preciso. Avremmo dovuto immaginarlo che stava per succedere qualcosa – 7
LOZANO dal 33’. Gioca parecchi palloni e soprattutto si guadagna un rigore che il malefico arbitro polacco non vede, con la complicità decisiva del Var – 6
Nettamente al di sotto di Politano – 5,5
OSIMHEN. Come quegli ospiti che arrivano troppo tardi, quando la festa è finita (male) e le luci sono spente. Stavolta è solo Victor, senza Victoria – 5,5
A sua discolpa c’è da dire che gli arriva un’unica palla buona, quella di Raspadori, e lui la sfrutta. Per il resto, ha iniziato a gestirsi fin dal riscaldamento in campo, ha finito quasi fermo in area di rigore. Avrebbe dovuto essere l’arma in più del Napoli, Tomori e Kjaer lo hanno trasformato in un giocatore come tutti gli altri. E questo non è bello come aver regalato al Milan tre partite su tre – 5
KVARATSKHELIA. In questa nefasta trilogia, Calabria assomiglia a una sorta di Everest difficile da scalare. Può un campione come lui perdere tutte e tre le tappe di questo infinito duello personale? Certo: corre, allunga, strappa, va al tiro (talvolta in modo egoistico) e infine sbaglia il rigore della speranza. Mettiamola così, Ilaria: in questi quarti (più la ventottesima di campionato) la differenza l’hanno fatto i fuoriclasse del Milan: Leao e Diaz. Non Kvara e in parte Osimhen, che ne ha saltate due su tre – 4,5
Leao fa il Gullit e non fallisce. Lui spreca l’occasione d’oro del rigore. E questo dopo aver fatto per tutta la partita la stessa identica cosa. Senza fantasia, senza genialità, senza nulla di quello a cui ci ha abituati in una stagione e tra l’altro con tanto, troppo egoismo. Perde miseramente il confronto con il portoghese ridente. Calabria lo disintegra. Ci vorrebbe uno psicologo per superare tutto questo: per tutti noi, soprattutto, più che per Kvara – 3
SPALLETTI. I primi venti, venticinque minuti del Napoli sono fulminanti, asfissianti. Indi, il Milan al suo primo affondo rischia di segnare su rigore e la paura s’impadronisce dei suoi giocatori. Pioli gliela incarta tre volte su tre. Ora c’è da sperare che in campionato la squadra non faccia come Dorando Pietri alle Olimpiadi di Londra, il maratoneta che arrivò primo al traguardo piegato in due dalla fatica – 5
Ha sbagliato la prima, poi la seconda, ma come si fa a sbagliare anche la terza? Come si fa a regalare la sensazione di grandezza ad un Milan che in campionato fa acqua da tutte le parti? A farsi incartare tre volte da un allenatore che sembra un impiegato delle poste, irritabilmente gentile e moderato? La cosa più triste, Fabrizio, è che nelle ultime quattro partite del Napoli mi è tornata la voglia di dormire, di fare lavatrici nel frattempo, di impiegare il tempo a fare altro. Al momento non c’è traccia dello squadrone che ha dominato e divertito finora. Sparito. C’è solo un’enorme sensazione di pesantezza e stanchezza in campo. La stessa pesantezza e stanchezza che trasmette un possesso palla che sinceramente non capisco – 4
ARBITRO MARCINIAK (POLONIA). E meno male che è il migliore arbitro al mondo. Macchia in maniera indelebile questo quarto di finale con il rigore non dato su Lozano – 3
Più che suo, l’errore è stato del Var, secondo me.