Il fato non si adegua ai capricci dei tre. L’allenatore conserva un candore d’altri tempi, tra scaramanzia e citazioni del Piccolo Principe
Le pagelle di Napoli-Salernitana 1-1 a cura di Fabrizio d’Esposito.
MERET. Oggi era il giorno deputato a inzuppare la penna nell’epica e nella storia e invece eccoci qui, in una domenica diventata banale con la complicità dei cugini ittici di Salerno. E sul campo – oltre a quella maligna parabola di Dia, e su cui il povero giovane Meret nulla può – resta nella sua nuda immensità la figuraccia del grottesco trio formato dal sindaco Manfredi, dal prefetto Palomba e dal presidente De Laurentiis, principiata con la vergognosa trattativa con gli ultras e terminata con lo spostamento della partita a oggi, come se il fato dovesse adeguarsi ai loro capricci e alle loro ambizioni personali (magistrale il pezzo di Massimiliano Gallo). Per il resto, che dobbiamo dire su Meret, tranne un paio di parate non impossibili? – 6
DI LORENZO. Il Napoli rimane acquartierato nella metà campo granata e il Capitano puntella al solito le vane azioni offensive – 6
RRAHMANI. Vale lo stesso discorso fatto per l’Euroappuntato: il Napoli domina ma non sfonda, la Salernitana fa come il Milan, con Dia al posto di Leao, e il buon Amir cerca di essere utile con la sua cabeza anche lì davanti – 6
KIM. In questa gioiosa macchina da guerra che è il Napoli, nonostante gli ultimi due pareggi interni e la trilogia nefasta coi rossoneri, il Monaco Guerriero rimane concentrato e teso anche quando la partita si svolge in una sola direzione – 6
OLIVERA. Al 61’ la sua testolina uruguagia spunta su un angolo di Giacomino e finalmente buca il messicano di Salerno. Per ventitré minuti il suo gol galleggia sul fiume dell’epica. Ma tutto scorre e alla fine torna mera cronaca al pareggio di Dia – 6,5
JUAN JESUS dall’82’. Entra lì a sinistra al posto di Olivera: nemmeno il tempo di ambientarsi ed è da lì che parte Dia per segnare. Che ciorta – senza voto
ANGUISSA. Anche oggi Zambo fa bene l’ovunquista e azzarda pure un tiro da fuori, al volo di sinistra, che Ochoa respinge – 6,5
NDOMBELE dall’89’. Senza voto
LOBOTKA. Oggi tocca scrivere cose diverse da quelle che speravamo e allora è l’occasione per far rifulgere un’altra dote del Caro Robotka: la sua pazienza. Cioè quell’arte, continua e senza sosta, di prendere la palla e falla girare a destra e a sinistra un’azione dopo l’altra, laddove il Napoli esercita il potere del possesso, una vera dittatura della pelota. E senza dimenticare le sue due incursioni nell’area granata – 6,5
SIMEONE dall’89’. Senza voto
ZIELINSKI. Lì a sinistra sovente prende forma un imbuto infernale in cui anche Piotr si perde, non solo il Che Kvara – 5,5
RASPADORI dal 60’. Ancora decisivo: non segna ma batte l’angolo fatale per Olivera – 6,5
LOZANO. L’incipit è frenetico, forse un po’ troppo. Poi diventa prigioniero nella gabbia granata – 5,5
ELMAS dal 60’. Il Macedone del Nord si cimenta in un solitario di rara bellezza al 66’ ma il due a zero della sicurezza non arriva – 6
OSIMHEN. Nel primo tempo ci mette tantissima testa, almeno tre volte. Purtroppo tocca a lui fronteggiare invano Dia all’84’. In ogni caso la sua è una partita di strappi potenti e voglia irriducibile di vincere – 6,5
KVARATSKHELIA. Pure il Che Kvara è un irriducibile. Decine e decine di volte prova a passare dalla sua amata sinistra. Il bilancio è più che sufficiente: un paio di dribbling vinti, tre tiri e vari assist (anche se non sempre è preciso). Certo non è il campione degli scorsi mesi aurei, ma gli assomiglia – 6,5
SPALLETTI. E’ l’ultimo giapponese della scaramanzia rimasto a Napoli, che si ostina a non pronunciare la parola scudetto. E visto l’andazzo fa bene, non solo per la sua squadra che nelle ultime tre partite interne ha fatto due punti su nove (Milan, Verona e Salernitana). Ma anche perché tra l’Apocalisse paventata dal trio tragicomico Manfredi-Palomba-De Laurentiis e il Carnevale di Rio atteso dalle masse popolari e turistiche, lui fa l’anziano tenero, innamorato del Piccolo Principe e suscita emozione vera e candida: “E’ il tempo che determina che tu vuoi bene a una cosa”. Amore, solo amore. Per tornare al destino: se quest’anno il vero tifo si è visto fuori casa, allora non sarà un caso vincere il tricolore a Udine – 7
ARBITRO MARCENARO. Nulla, proprio nulla da segnalare – 6