A So Foot: «Nessun giocatore può dominare tutta la sua carriera, c’è il lato commerciale con cui fare i conti. L’ho capito molto presto».
Tanguy Ndombelé si racconta in una lunga intervista a So Foot. Il centrocampista del Napoli è in prestito dal Tottenham. Racconta come vive questo status. Ndombelé dice che è consapevole del fatto che ormai i calciatori non sono altro che merci. Parlando della sua esperienza al Tottenham, Ndombelé racconta che Conte non lo voleva più e che lui non ha potuto fare altro che accettare la situazione.
«Ciò che è complicato non è che un allenatore non ti voglia. È non avere più l’opportunità di dimostrare che si può essere utili per una squadra, di avere la sensazione di non avere le stesse armi degli altri, di accettare che alcuni giochino perché sono stati acquistati a prezzo molto alto. È come correre una gara senza avere la stessa macchina. Poi ho rispettato la sua decisione. Sono arrivato al ritiro, mi è stato detto di allenarmi a margine del gruppo, senza preoccupazioni. A quel punto sapevo di dovermene andare. Non c’era altra soluzione e non me ne pento. Sono molto felice di essere qui, al Napoli, anche se sono in prestito e non decido io cosa farà il club con l’opzione di acquisto».
Questa situazione di essere in prestito come condiziona le tue giornate? Ndombelé risponde:
«Nessun giocatore può dominare tutta la sua carriera. È il lato commerciale, il fatto che ad un certo punto il giocatore diventa una merce. Qualunque cosa accada, nell’ambiente professionale, rimarremo merci. L’ho capito molto presto e penso che dobbiamo accettarlo per vivere meglio il nostro calcio. Non è necessariamente facile, ma è così. Oggi non ho rimpianti. Anche se penso che avrei potuto modificare due o tre cose per migliorare il mio percorso, non rimpiango assolutamente nulla. Avrei avuto una carriera migliore se fossi stato diverso? Non possiamo saperlo».