A La Verità: «Sono stata esiliata in Rai per un anno, mi hanno allontanata dai mondiali. Solo la Santanché ha fatto interpellanze su interpellanze».
La Verità intervista Paola Ferrari. Nelle scorse settimane si è parlato di lei soprattutto per le accese liti con l’ormai ex direttrice di Rai Sport, Alessandra De Stefano, dimessasi dall’incarico a fine marzo. Liti che avrebbero portato alla decisione della De Stefano di lasciare Rai Sport, appunto.
Nell’intervista a La Verità la Ferrari tocca l’argomento. Lo fa ringraziando Daniela Santanché per averle dato il suo appoggio durante il momento non facile vissuto in Rai.
«Ci siamo volute molto bene e abbiamo litigato molto, ma in me c’era un buco. Lei lo ha colmato facendo una cosa di cui le sono grata. Sono stata esiliata in Rai per un anno, mi hanno allontanata dai mondiali e lei che stava in
commissione di vigilanza insieme ad altri onorevoli ha fatto interpellanze su interpellanze per capire cosa stava succedendo».
Alla Ferrari viene chiesto: ha pagato molto in Rai per alcune scelte? Risponde:
«Non voglio parlare di Rai in rapporto a me. Alessandra De Stefano, l’ex direttrice di Rai Sport, ora è a Parigi a fare la corrispondente, era lì che voleva andare. Auguri! Spero che la nuova Rai farà emergere i valori dello sport che sono la sana competizione, l’allenamento, il sacrificio, l’accettazione anche della sconfitta, il rispetto di sé e degli avversari che non sono mai nemici! Sono i valori che servono ai ragazzi. Ho sempre avuto l’ambizione di portare 90° minuto nei territori. Costerebbe molto, ma sarebbe una grande operazione raccontare lo sport dal basso. Ho lavorato con i più grandi: Tosatti, Brera, Galeazzi, Mario Sconcerti, Gianni Mura: tutti hanno narrato lo sport partendo da valori profondi. Quando si dice che il calcio è la metafora della vita ci si riferisce al calcio che è confronto di forza e d’intelletto. Non allo show. Ho ancora in me l’emozione della medaglia olimpica di Jury Cechi; è stato un immenso privilegio poter raccontare un’impresa che è insieme gesto tecnico e pezzo di vita, che diventa valore universale. Spero che la nuova Rai racconti questo sport».
La Ferrari parla anche di razzismo.
«Gli italiani non sono razzisti, siamo un popolo molto accogliente, poi certo negli stadi ci sono un po’ d’imbecilli».
Paola Egonu, per lei, sbaglia a definire l’Italia razzista.
«Ha sbagliato e gliel’ho pure detto. Gli atleti sono sotto stress, spesso ci sono condizioni personali che generano percezioni distorte, che provocano anche dolori che vanno rispettati. L’Italia sta schierando molti oriundi, l’integrazione è possibile e bisogna dare allo sport la funzione formativa che ha. Il ministro per lo Sport Andrea Abodi ha in cima alla sua agenda questo impegno».