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Rossi: «Bagnaia-Bezzecchi è una sana rivalità. L’Academy Vr46 è andata al di là delle aspettative»

A Sportweek: «quando si allenano lo fanno da matti, in palestra, al Ranch, è sempre bagarre. E questo li aiuta a crescere molto»

Rossi: «Bagnaia-Bezzecchi è una sana rivalità. L’Academy Vr46 è andata al di là delle aspettative»
Sachsenring (Germania) 15/07/2018 - gara Moto GP / foto Panoramic/Insidefoto/Image Sport nella foto: Valentino Rossi ONLY ITALY

Su Sportweek l’intervista a Valentino Rossi. Il campione della MotoGp adesso ha cambiato vita. Ha smesso di correre ma è rimasto immerso nel mondo dei motori, quelli delle quattro ruote e delle due.

Dopo aver lasciato la moto, Valentino ha preso in mano lo sterzo di una Bmw per il team belga Wrt:

«La BMW è ancora nuova, c’è del lavoro da fare ma il potenziale è molto buono, soprattutto, dà più fiducia, è più stabile. E poi in Germania credono molto in me, sono diventato un pilota ufficiale, abbiamo più supporto: presto dovrei anche riuscire a provare la loro Hypercar, ma se ci correrò o meno dipenderà dai risultati».

Un terzo posto nella 24 ore di Dubai, un 6° nella 12 ore di Bathurst. Il prossimo appuntamento il 22 aprile nel circuito di Monza. Rossi si è però evoluto, ha costruito la sua scuderia di MotoGp, il team Ducati Vr46. Nell’ultimo gran premio, in Argentina, prima vittoria per il team e per Marco Bezzecchi:

«È stata una grandissima emozione, ma anche un’enorme soddisfazione, perché siamo riusciti a vincere in MotoGp con il nostro team. E questa non era una cosa così scontata. Siamo contenti. Bez ora è in testa al Mondiale e siamo primi tra le squadre anche grazie a Luca (Marini, ndr)».

La lotta, tutta italiana, tra Bezzecchi e Bagnaia fa rivivere vecchi ricordi agli appassionati:

«Quella Pecco-Bez è una grande coppia. Di Pecco ormai conosciamo il valore, Bez sta arrivando. C’è una grandissima rivalità tra i due, di quelle molto giuste, leali. Però quando si allenano lo fanno da matti, in palestra, al Ranch, è sempre bagarre. E questo li aiuta a crescere molto».

L’Academy di Rossi, e poi la scuderia, è cresciuta in maniera esponenziale nel giro di pochi anni, portando già diversi piloti a vincere gare nella classe regina del motomondiale:

«Non sapevo esattamente cosa aspettarmi. Soprattutto è andata al di là delle aspettative come tempo, nel senso che ci abbiamo messo poco ad arrivare al top in MotoGP. E per me è stato anche un po’ un problema, perché nei miei ultimi due anni me li sono trovati contro. Però avere già nel 2022 Pecco che ha vinto il Mondiale giusto l’anno dopo che ho smesso io, è una storia di continuità che è abbastanza unica. Abbiamo iniziato dalla Moto3, poi la Moto2, ma in MotoGP cambia tutto. È veramente difficile gestire il team. Ci sono tante responsabilità, tante pressioni, tanta gente. Non era così scontato».

Il segreto del team?

«Abbiamo fatto un team con le nostre persone. Perché dalla parte di Marini c’è David Muñoz, che è stato il mio ingegnere di pista negli ultimi anni, e Idalio Gavira, che era il coach. Mentre con Bez c’è Matteo Flamigni: lo abbiamo fatto passare di grado e da mio elettronico lo abbiamo fatto diventare capotecnico, come lui chiedeva da molto. Avere una squadra così dà proprio gusto perché… siamo noi. Quella è la VR46».

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