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Torna il San Gennaro di Dumas, tradotto da Angelo Petrella

Ci ricorda che San Gennaro oltre ad essere un martire filantropo e cosmopolita era soprattutto un Santo cittadino che amava la sua patria

Torna il San Gennaro di Dumas, tradotto da Angelo Petrella

Ritorna il San Gennaro di Alexandre Dumas – “San Gennaro, Vita-Morte-Miracoli di Alexandre Dumas (pagg. 96)” in due edizioni, una numerata, l’altra ordinaria – per i tipi delle Edizioni omonime della Sanità, tratte dai capitoli che riguardano il nostro Santo protettore cittadino contenute in “Impressions de voyage – Le Corricolo”, pubblicato la prima volta nel 1843. Autore di questa nuova traduzione Angelo Petrella, figura eclettica del nostro panorama letterario che alterna gialli a sceneggiature, poesie e romanzi. Dumas ha al suo attivo un soggiorno napoletano in piena età borbonica (1835) e le sue notizie sono di prima mano, al di là dei precisi riferimenti bibliografici. La sua penna – nella traduzione fresca e precisa di Petrella – narra la storia dell’ultima parte della vita del patrizio Gennaro – figlio di un senatore e di una patrizia – nel suo cammino di fede concretatosi nel IV° secolo d.C. come vescovo di Benevento sotto i rigidi editti di Diocleziano che non permettevano la manifestazione pubblica della fede in Cristo.

Affiancato nella sua testimonianza di fede anche dai martiri San Sossio di Miseno e da San Procolo di Pozzuoli, furono perseguitati dal proconsole dell’Impero Timoteo quando l’editto di Diocleziano fu ripristinato. Nel racconto di Dumas sono minuziosamente narrati tutti i tentativi del proconsole di martirizzare Gennaro ed i suoi compagni di fede: fino alla sua decapitazione in terra puteolana. Quell’evento portò due dei suoi fedeli – un ceco miracolato ed una sua parente – al rinvenimento in due ampolle del suo sangue e della sua testa che nel Medioevo fecero un po’ il su e giù tra Benevento e Napoli per poi trovare la loro residenza nella Cappella del Tesoro di San Gennaro del Palazzo Arcivescovile (fatta costruire dai nobili e dai borghesi partenopei all’inizio del XVI° secolo). Ma è nella ricostruzione di una delle processioni – due volte l’anno – che dal Palazzo Arcivescovile termina a Santa Chiara – che Dumas disegna tutta l’architettura sociale e politica dell’evento della liquefazione del sangue del Santo. Completa la cronaca quella processione eccezionale che fu fatta sotto il breve dominio dei Francesi di Championnet a Napoli e l’appendice – anche questa breve – in cui San Gennaro fu defenestrato da uno dei 75 Santi che facevano parte della sua Corte: Sant’Antonio. La narrazione di Dumas è così piena di episodi, notizie storiche e chicche che ne consigliamo la lettura a chi non l’abbia ancora effettuata.

Cosa insegna allora il San Gennaro sub specie dumasiana? Ci ricorda che San Gennaro oltre ad essere un martire filantropo e cosmopolita era soprattutto un Santo cittadino che amava la sua patria: quella Napoli che subì svariate dominazioni. ma che – anche grazie alla Sua intercessione – riuscì sempre a liberarsene. La Storia di Napoli è intrecciata a quella dei voleri del Santo e questo testo – nella bella cura di Edgar Colonnese – vuole ravvivare la memoria di questo connubio inscindibile. Santo cittadino e patrizio San Gennaro: ed anche tra il popolino dei Lazzari sanfedisti questo era ben chiaro. Così come fu ben chiaro alla lava dell’eruzione dello Sterminator Vesevo qualche mese dopo l’uscita dei Francesi dalla città e dopo la nomina dell’Usurpatore Sant’Antonio, quando Gennaro fermò la lava al Ponte della Maddalena.

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