“Non succedeva da quarant’anni: un campione di Serie A che non ha esagerato con la contabilità nelle sue magistrali imprese”
Lo “scudetto poco napoletano” è il tema scelto anche dalla Süddeutsche Zeitung, per raccontare la festa del Napoli. Un concetto ormai mantra anche all’estero. Ne scrive ancora una volta Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, citando peraltro il Napolista.
Per l’autorevole quotidiano tedesco “questo terzo scudetto, a 33 anni dal secondo, non ha il sapore di una rivincita provocatoria per un’ingiustizia storica, visto che ai napoletani piace cercare di addossare i loro guai al Nord, anche quelli autoinflitti. Questo è un altro motivo per cui questo titolo sembra poco napoletano, sicuro di sé e maturo. Attraversa solo vecchi cliché”.
“È fatto è: chi l’avrebbe mai detto? Per la prima volta in 22 anni, c’è un club di campioni d’Italia che non viene da Milano o da Torino, dal nord ricco, spesso un po’ stanco del Paese. Ad inizio stagione i napoletani non si fidavano. Del resto avevano venduto il meglio, anche un figlio della città: Lorenzo Insigne. Appena andato in Canada. E hanno portato persone dai nomi impronunciabili della provincia calcistica: un giovane georgiano, per esempio, e un sudcoreano che ha giocato in Turchia. Si prevedeva che la lunga traversata del deserto, in corso dal 1990, sarebbe continuata per un po'”.
“Poi tutto è andato diversamente, più bello, più divertente, magistrale. E ADL, come lo chiamano, è oggi visto come un modello per un business solido. Il presidente ha tagliato gli stipendi su tutta la linea e ha aumentato i prezzi dei biglietti. Il Napoli è effettivamente sano, quest’anno realizzerà probabilmente un utile di circa 50 milioni di euro. Non succedeva da quarant’anni: un campione di Serie A che non ha esagerato con la contabilità nelle sue magistrali imprese”.