Al Corsport: «Sono stati tutti strepitosi. Spalletti è stato bravissimo in ogni situazione. Gli allenatori sono in genere uomini soli»
Il Corriere dello Sport intervista Ottavio Bianchi le cui affinità con Spalletti sono ormai tante (a partire dallo scudetto vinto).
Come Bianchi, lui vive da solo, però a Castel Volturno.
«Io ero in hotel, ma solo perché non esisteva Castel Volturno, altrimenti forse sarei stato lì. Spesso a cena con il direttore dell’albergo. Una volta a settimana con quel fantastico personaggio che è stato il Petisso, dalla cui frequentazione sono stato arricchito. Gli allenatori sono in genere uomini soli».
E tormentati: Spalletti non riesce, per sua stessa ammissione, a gustare appieno il successo.
«Lo capisco, ci sono passato anch’io. Dalle vittorie si fugge, non hanno bisogno di essere dominate ma gestite, non creano onde da cavalcare, si rischia di essere sommersi. Un tecnico ha ruolo e responsabilità particolari, che lui rappresenta alla perfezione. Ed è stato bravissimo in ogni situazione».
Si può dire che è l’uomo giusto per dar vita a un ciclo?
«Ciò che il Napoli ha dimostrato spinge a sbilanciarsi con un sì netto. Però, torniamo al discorso precedente, come fa a prevedere cosa possa succedere? L’idillio nasce attraverso il sacrificio e la programmazione e si rompe in un attimo. Spalletti, De Laurentiis, Giuntoli e tutti i calciatori sono stati strepitosi ma le condizioni mutano e tu non te ne accorgi».