Sul Corsera: “De Laurentiis non ha mai assecondato la piazza. Questo Napoli campione d’Italia è nato nell’aperta ostilità della tifoseria”
“Vincere uno scudetto a Napoli non è da tutti. Tanto più se lo si vince non con ma nonostante Napoli (dire contro Napoli sarebbe troppo): sia quella degli ultrà sia quella dei Vip che chiedono i biglietti omaggio”. Così scrive sul Corriere della Sera Aldo Cazzullo, che dedica una pagina intera ad Aurelio De Laurentiis.
E’ un’analisi del fenomeno Napoli, un fenomeno sociale prima ancora che sportivo. Perché – e Cazzullo cita Il Napolista – “questo scudetto è considerato da una parte della città come poco napoletano. Non lo diciamo noi, ma un sito che si chiama Il Napolista. E non solo perché Aurelio De Laurentiis è romano di nascita e di formazione, e suo zio Dino era emigrato in America…”.
“Questo Napoli campione d’Italia è nato nell’aperta ostilità della tifoseria. L’estate scorsa pareva che con l’addio di Lorenzo «il Magnifico» Insigne, Kalidou «K2» Koulibaly e Dries «Ciro» Mertens, gli azzurri avrebbero lottato per la zona Conference. Da quel georgiano dal nome impronunciabile non poteva venire nulla di buono; e pure mister Spalletti era circondato dallo scetticismo”.
“Tutta l’ascesa di De Laurentiis, del resto, è avvenuta senza assecondare mai la pressione della piazza; fin da quando i tifosi premevano per l’acquisto di Fabio Cannavaro, e lui non solo non lo prese ma si privò pure del fratello Paolo, reo dell’errore che era costato l’eliminazione in Champions con il Chelsea”.
E poi c’è la “tolleranza zero con i violenti che entravano mostrando la pistola anziché il biglietto. Dal canto suo, il pm Melillo incriminò dodici picchiatori di un gruppo dal minaccioso nome «Bronx». Se la camorra allo stadio oggi conta meno, è anche merito del nuovo corso del Napoli”.
Per il Corriere della Sera “c’è un punto su cui si è creata una sintonia tra De Laurentiis e la città, a partire dai presunti torti arbitrali («di scudetti mi sembra di averne vinti molti» dice il presidente): il lamento contro il Nord”.
Tornando a De Laurentiis, “se ha un modello – continua Cazzullo – è il primo Berlusconi. Anche se “è l’unico produttore cinematografico al mondo che sta con la stessa donna da mezzo secolo. «Sono ancora molto innamorato di lei. Dicono che sia un rude; in realtà sono un romantico»”.
Una volta un regista chiese a suo padre: «Ma perché Aurelio è sempre incazzato, sgradevole, duro?». Luigi De Laurentiis rispose: «Tu non hai capito che, quando Aurelio manda qualcuno a fare in culo, si realizza».